Antonio Corbo: “Troppi nove gol subiti in tre partite”

Corbo

L’editorialista Antonio Corbo torna sugli enigmi di questo Napoli, poco tempo ad Ancelotti per risolverli:

Il tris di partite all’estero lascia il ricordo di un rassicurante Milik tra molti pensieri in disordine. L’immagine è quella della strana maglia, una inespressiva confusione di colori chiari, come schiuma di bucato. Sabato il Napoli è già a Roma per il severo avvio di serie A: deve accelerare, per Ancelotti permangono i dubbi in almeno tre ruoli. È lodevole scelta smontare il Napoli, conoscerlo bene, ricostruirlo meglio. Dovrà riflettere, e presto, perché il campionato è già qui.

Primo enigma a centrocampo. Il Napoli schiera una mediana senza nerbo. Con Hamsik al centro, Fabian Ruiz a destra e Zielinski a sinistra. La rinuncia ad un incontrista (il solito Allan, insostituibile) provoca l’errore fatale del girone di Champions in Ucraina con lo Shakthar. Terzetto da archiviare. Perché Hamsik si segnala per due buone aperture lunghe e qualche errore, ma davanti alla difesa erige un muro debole come cartongesso. Non lo aiutano il lento Fabian, passo cadenzato e iniziative mai perentorie, Zielinski scala a sinistra quando Mario Rui attacca ma finisce nella rete dello svizzero Steffen nell’azione del primo gol tedesco, firmato dal giovane croato Josip Brekalo, padrone della sua fascia destra.

I disagi della mediana non sono attenuati dagli incerti Koulibaly e soprattutto Albiol, in ritardo su primo e terzo gol del Wolfsburg. Non brilla neanche Hysaj a destra, ma in quella zona si impone Kevin Malcuit, molto energico nel proporsi nelle ripartenze, candidato che merita un riesame di Ancelotti. Si vede bene che è ex ala quando avanza e tenta il cross. L’inserimento di Allan e Mertens è una breve ventata di allegria. Il brasiliano si impone come unico incontrista, riparte anche lui con grinta. Facile giocar meglio di Insigne per Mertens: non esalta, entra a sinistra al posto del vice-capitano, richiamando lo spettro di quella staffetta che ingabbiò entrambi sino all’inattesa esplosione di Mertens punta centrale. Lo scattista belga è ancora distante da quei giorni carichi di gol, né Milik può temerne la concorrenza. Combattivo nel pressing alto, segna con uno stacco di testa che anticipa una difesa scollata. È una delle poche certezze che Ancelotti riporta a casa. Alla destra di Milik si alternano Callejon e Verdi, del primo di ammira qualche idea, l’altro non offre più di una promettente vivacità.

Nove gol subiti in tre amichevoli sono troppi. Questi sembrano eccessivi in rapporto al divario della ripresa: i tedeschi ne segnato due in coincidenza con il miglior Napoli. Ma è un segnale negativo. Perché la squadra è lunga e poco coesa, deve riacquistare i meccanismi difensivi, manca ad esempio chi raccolga al limite dell’area il rinvio corto dei difensori per subito costruire, troppi disimpegni sono affidati al caso, Hamsik non è Jorginho, non li aspetta né gira in avanti. Così come il Napoli di oggi è diverso ma non ancora affidabile come quello di ieri.”

Mario Scala

Il grande giornalista pone le domande giuste per far emergere ciò che altrimenti resterebbe nascosto.

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