Bologna Napoli = 2 – 4. Il Napoli vince il suo secondo scudetto!

La mia piccola storia
Wow quanti ricordi! E da dove cominciamo? Cominciamo una volta tanto dalla mia storia calcistica. Purtroppo, nasco tifoso juventino. Fu mio fratello a plagiarmi. Però, ho un bel ricordo della Juventus: Zoff, Gentile, Cabrini… (che poi era anche la nazionale del 1978 e 1982). Mi allontanai dalla Juventus in una data precisa: 5 ottobre 1980. Quella Domenica la Juventus affrontava in casa il Bologna e siccome io e mio fratello litigavamo sempre avevo deciso che avrei scelto un’altra squadra. Quel giorno era la quarta giornate del Campionato 1980-1981 (il Bologna, come l’Avellino e il Perugia partivano con 5 punti di penalizzazione, mentre Lazio e Milan erano state retrocesse in B per lo scandalo Totonero dell’estate del 1980). Al Comunale di Torino il Bologna affrontò e vinse con un rigore di Paris all’ 83′. Decisi immediatamente che da quel momento avrei tifato per il Bologna! Se aveva vinto a Torino contro la Juventus voleva dire che era più forte no? NO! Fu solo fortuna! Infatti perché il Bologna vincesse ancora a Torino contro la Juventus in Campionato dovettero passare poco meno di 31 anni! Una doppietta di Di Vaio regalò al Bologna uno storico 2 – 0 al Bologna il 26 febbraio 2011. Uno dei giorni più tristi della mia infanzia fu invece il Campionato dopo, il 16 maggio 1982 quando il Bologna perse ad Ascoli per 2 – 1, e, nonostamte il vantaggio su punizione di Mozzini, retrocesse per la prima volta nella sua storia in Serie B. Però, non rimpiansi la mia scelta di tifare per il Bologna. Mi ero anche affezionato ad un ragazzino di 16 anni che fece 9 gol in quel Campionato e che si chiamava Roberto Mancini, che poi ho continuato sempre a seguire sia da calciatore che da allenatore (mi ricordo la gioia del 13 maggio 2012 quando un gol di Aguero al 90’+4 regalò al Manchester City di Mancini la vittoria nella Premier League). Mi sarei abituato a seguire il Bologna in Serie B e anche in C.
Poi a Napoli arrivò Maradona e portò l’allegria e la festa, e gli scudetti (“Maradona mo ca stai ccà, levancillo ‘o scuorno ‘a faccia a sta città” scriveva Bruno Lanza in “Maradona è meglio e Pelé”).
La situazione del Bologna in Serie B/C e il Napoli in Serie A mi aiutava parecchio, ma il Bologna di Luigi Maifredi era tornata in Serie A nel 1988-1989 ed erano cominciati i problemi, però quel 10 di aprile 1990 non avevo dubbi. Il Bologna aveva fatto un buon campionato di metà classifica e non aveva obiettivi, il Napoli invece era a 47 punti, come il Milan, e tutti pensavano che il Campionato sarebbe finito con uno spareggio.

Gli antefatti
Il Campionato 1989-1990 era stato un Campionato molto particolare. Il Napoli aveva dominato il girone di andata, ma alla settima partita di ritorno dopo un secco 3 – 0 incassato a Milan dal Milan le due squadre conducono appaiate a 36 punti (allora il Campionato era a 18 squadre). Alla nona di ritorna il Milan domina la Roma all’Olimpico per 4 – 0, e il Napoli perde a Milano anche con l’Inter per 3 – 1. Il ricordo del Campionato 1987-1988 non è ancora stato cancellato, anzi le ferita del 3 – 2 del Milan al Napoli, che ci costò uno Scudetto che credevamo di aver già vinto, faceva ancora male. Il Milan, però, sembrava imprendibile. Appunto, sembrava… anche il Milan cominciò a rallentare perdendo di seguito due partite nettamente: l’11 un secco 3 – 0 rifilato a Torino dalla Juventus e la 12′ 3 – 1 nel derby con l’Inter giocato in casa. La svolta però avvenne l’8 aprile, alla 14′ di ritorno quando un Milan, favorito dall’arbitraggio, chiude 0 – 0 a Bologna (non convalidato un netto gol di Marronaro) e il Napoli affronta l’Atalanta a Bergamo. Fu la famosa partita della monetina che colpì Alemão, e che avrebbe consentito al Napoli di ottenere la vittoria a tavolino per 2 – 0! Apriti cielo! Le proteste milaniste furono eclatanti. L’Italia si divise in due: pro e contro il Napoli. La scena di Carmando, massaggiatore storico del Napoli e della Nazionale, che invita Alemão a rimanere per terra fece il giro del mondo. Quando Sacchi sarebbe diventato CT della Nazionale se ne sarebbe ricordato e avrebbe scacciato via Carmando, colpevole solo di aver fatto il suo dovere, e di aver invitato un suo assisitito a rimanere per terra dopo un probabile trauma cranico. Prima di quell’incontro nessuno mai aveva discusso un regolamento che era sempre esistito e che sembrava assolutamente civile. Strano che le contestazioni fossero tutte contro Alemão, e non ci furono proteste contro quel gesto incivile di chi aveva lanciato una monetina in campo per ferire un calciatore!
Fatto sta che Napoli e Milan affrontarono la penultima partita di ritorno a quota 47! Ricordo le parole della mia Professoressa di italiano, Carla Lalli (quell’anno frequentavo il IV anno al VII Itis in Via De Matha): “Se dovessimo terminare il Campionato allo spareggio e dovesse vincere il Milan ci metterebbe davvero con la testa sotto i piedi”. Non stupisca che allora si parlasse di calcio con gli insegnanti. La rivalità tra Napoli e Milan erano grandissima e spiega perché poi qualcuno, non noi per fortuna, avrebbe perso il controllo.

La sedicesima giornata di ritorno
Il Napoli era ospite del Bologna al Dall’Ara, mentre il Milan era ospite al Bentegodi del Verona. La partita tra Bologna e Napoli si chiuse nei primi quindici minuti: Careca, Maradona e Francini portano la partita sul 3 – 0 per il Napoli. Ben diversamente andarono le cose per il Milan nella “fatal Verona”. Il Milan ricorda la stagione del 1972-1973 quando il Milan perse lo scudetto proprio a Verona perdendo per 5 – 3, mentre la Juventus vinse a Roma per 2 – 1, e la Lazio perse a Napoli per 1 – 0. E dire che il Milan era arrivato all’ultima giornata con un punto di vantaggio sulla Juventus e la Lazio. Due curiosità: 1) in quel Milan giocava Albertino Bigon, allenatore del Napoli del Campionato che stava per vincere lo Scudetto 2) anche quell’anno il Napoli avrebbe concluso la stagione battendo per 1 – 0 la Lazio (proprio come avvenne nel 1989-1990 con gol di Baroni), solo che il gol di Damiani all’89 contro la Lazio di Wilson, Re Cecconi, Garlaschelli e Chinaglia (che l’anno successivo avrebbe vinto il suo primo Scudetto) avrebbe significato la fine del sogno dei laziali (famosa la scena di Chinaglia che esce dal campo facendo le corna ai tifosi del Napoli) e quello di Baroni, invece, avrebbe regalato il secondo scudetto al Napoli!
Ma come andò a Verona? Alla fine del primo tempo il Milan è in vantaggio grazie ad una punizione di Simone. Il secondo tempo la follia si impossessò dei rossoneri. Nonostante fossero in vantaggio Arrigo Sacchi perse le staffe contro l’arbitro Rosario Lo Bello per due presunti falli in area di rigore su Massaro e Van Basten. Sacchi venne allontanato dal campo. Al 18′ del secondo tempo l’argentino Victor Sotomayor pareggia con un bellissimo colpo di testa. In quel momento a Bologna (la partita del Dall’Ara non aveva più ragione di essere seguita, tutti ascoltavano alla radiolina il risultato di Verona) cominciò la festa. Al 37′ venne espulso Rijkard (che offese pesantemente l’arbitro), poi al 42′ anche Van Basten (famoso il suo gesto di buttare via la maglia!). Al 44′ Davide Pellegrini segnò il gol definitivo del 2 – 1 per il Verona (giusto per la cronaca al 45′ venne espulso anche Costacurta). Che dire del comportamento del Milan? Lo sappiamo che perdere contro il Napoli fa sempre male [Leggi anche Coppa delle Alpi 1966].
La partita del Dall’Ara invece si concluse per 4 – 2. Dopo il 3 – 0 del primo tempo segnarono nella ripresa De Marchi al 2′, Alemão (proprio lui, quello della monetina e che ci aveva regalato anche la Coppa Uefa del 1988) al 40′ e Iliev al 45′.

Lo scudetto
Per lo scudetto bisognerà, come anticipato, ancora sette lunghissimi giorni, quando affrontammo la Lazio al San Paolo, e quando, come tre anni prima con la Fiorentina, ci batava un pareggio. Invece vincemmo 1 – 0 con gol di Baroni, tanto da rendere inutile il 4 – 0 del Milan sul Bari!
Gazetta-----822 (2)Come attesero i tifosi quella gara? Come avevano fatto tre anni prima, segeundo la diretta no stop durata tutt al notte su Teleoggi, condotta da Michele Plastino. Quella notte nessuno si sognò di dire ai bambini di andare a letto. Restare svegli era il contributo che potevamo dare al Napoli per vincere il nostro Secondo Scudetto.

P.S. Siccome questa rubrica nasce sempre collegata a fatti di cronaca, voglio fare i miei complimenti al Bologna per la sua recente promozione in Serie A!

Amedeo Gargiulo

Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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