Chicco Molinari è il nostro CM7

L’assenza dell’Italia ai mondiali di calcio giocati in Russia si è sentita. L’umore degli italiani, esclusi dalla più prestigiosa competizione calcistica, aveva bisogno di rinsavirsi. Fortuna che ci ha pensato Francesco Molinari, detto “Chicco”, regalando al nostro paese un’impresa storica nel golf. Chicco ha realizzato l’impensabile: è stato il primo italiano a vincere un torneo major di golf. E non uno qualsiasi, il nostro CM7 ha vinto il torneo più antico del mondo: il prestigioso Open Championship disputato sul green del Carnoustie Golf Links in Scozia. 

L’eco della sua prestazione eccellente ha entusiasmato non solo gli italiani, ma ha generato movimento anche sulla stampa internazionale e sui social attirando l’attenzione di diverse personalità. Gli elogi son piovuti non solo dal mondo del golf, ma anche dai campioni del calcio che amano questo sport (uno fra tutti Alessandro Del Piero). Ma chi conosce questo atleta sa che il successo di Chicco non è arrivato per caso. Francamente, in una disciplina come il golf nessuno vince uno dei quattro torne più importanti al mondo grazie a un tiro fortunato. Molinari è già al terzo successo mondiale e si è imposto contro campioni del calibro di McIlroy, Rose o Kisner. Il nostro golfista è in uno stato di forma eccezionale.

Il segreto delle sue vittorie? Secondo i siti anglosassoni la chiave del successo di CM7 risiede nella sua capacità di mantenere una calma implacabile e una precisione millimetrica che gli hanno consentito di battere i suoi avversari. Golf.com parla di “composure”, ovvero di un’estrema capacità di controllo delle proprie emozioni mantenendo una visione razionale della giocata. Lo definiscono implacabile e freddo come un detective privato (il suo modo di fare e il suo aspetto ricordano quello di un investigatore italo americano). È evidente che una bella dose di tranquillità gli servirà ora per calmare l’euforia che l’ha travolto dopo aver scritto una pagina indimenticabile della storia dello sport italiano.

Evidentemente questo è l’anno dei campioni che vengono rappresentati da un acronimo. Ora in Italia ci sono due campioni, da una parte a Torino atterra CR7 Cristiano Ronaldo, nel golf abbiamo il nostro CM7. Perché come tutte le leggende, nuove o antiche che siano, anche Molinari ha bisogno del suo soprannome. A uno sportivo non basta guadagnarsi il titolo con i fatti, per far parte dei miti e diventare un simbolo ci vuole anche un soprannome che trasforma il semplice atleta in eroe. Molti personaggi famosi sono meglio rappresentati dal loro soprannome che sintetizza spesso la loro abilità principale. CR7 sembra il codice di una macchina e rappresenta l’essenzialità e l’efficienza del giocatore; La Pulce Atomica (Lionel Messi) inscena il suo essere inarrestabile, ma esistono tantissimi altri casi di soprannomi di sportivi ancor più curiosi.

Non saremo andati ai mondiali, è vero, ma oggi conquistiamo un posto di prestigio in uno degli sport meno italiani in assoluto e assistiamo alla consacrazione di una leggenda con tanto di soprannome. CM7 è il nostro fuoriclasse del golf che, a differenza degli altri eroi dello sport, adora mantenere il suo profilo basso e preferisce scatenare tutta la sua potenza, composta ovviamente, solo quando mette piede sui verdi prati scozzesi e vede, da molto lontano, la bandierina che indica il birdie.