Corbo: “C’è un solo modo per superare in Champions la frontiera di Lisbona. Il Napoli deve…”

Corbo

Antonio Corbo scrive sul match di Champions del Napoli a Lisbona contro il Benfica

C’è un solo modo per superare in Champions la frontiera di Lisbona. Il Napoli deve capire come e perché ha battuto l’Inter venerdì sera. Che l’Ufficio Perdite in Italia della cinese Suning l’abbia favorito, è evidente. Squadra slabbrata e snob che non difende a centrocampo. Non si può negare però il valore del Napoli: non più lezioso e molle. Il salto di qualità si riassume in una parola: energia.

I motivi del successo, che riporta il Napoli al quinto posto accanto a Lazio e Atalanta sconfitte da Roma e Juve, sono netti. La rinuncia al palleggio di basso ritmo, la squalifica di Mertens che ha liberato Gabbiadini dall’incubo dei cambi, il rientro di Albiol, i riflessi non più appannati di Reina, una linea mediana con Hamsik leader ed il doppio turbo dei giovani mediani: la geometrica potenza di Diawara al centro, le incursioni dell’esuberante Zielinski a destra.

Il difficile comincia ora: la formazione per il Benfica, ultimo aereo utile per volare agli ottavi di finale della Champions. Più che scegliere nomi e meccanismi offensivi, Sarri mette sotto esame se stesso. Torna al “falso 9” del grigio autunno, con Mertens quindi, o conferma in Gabbiadini il modulo più razionale che contribuì a battere l’Inter nella notte della ritrovata energia? In una sola gara Mertens ha interpretato bene il ruolo del “falso 9”. Il centravanti cioè che esce dall’area, gioca tra le linee senza dare punti di riferimento e crea dei vuoti per l’inserimento dei compagni: come a Udine. Dove Mertens porta fuori zona il solido Danilo, si inserisce al centro Insigne segnando due gol. Accade sabato 19 novembre, funziona bene Mertens da attaccante-civetta. In altre gare, con la sua insostenibile leggerezza imita un “Vero 9”, per svanire contro difese contratte come rocce. Il gioco del Napoli, lento e monotono, si esaurisce così come risacca sugli scogli.

L’ultima prova di Gabbiadini offre invece un felice paradosso. Proprio lui, l’indolente dal perfido sinistro, gioca da autentica punta centrale di un 4–3-3. Spesso fuori area, pronto nei recuperi, fa da sponda sulla trequarti. Costringe Miranda e Ranocchia a spostarsi. Non è un caso: entrano negli spazi liberi e segnano i primi gol due mediani: Zielinski e Hamsik. Gara illuminante, quindi. Dimostra che il Napoli ha frenava non per l’assenza di Milik, ma per una cattiva formula offensiva e la pessima protezione della difesa. Mancavano Albiol regista arretrato ed uno sveglio Reina.

Oggi il Napoli parte per Lisbona con tre certezze: l’energia ritrovata dopo una pausa atletica, la migliore mediana con Hamsik ed i verdi talenti Diawara e Zielinski, quel Gabbiadini con doti rivelate di una punta centrale duttile. Lo scacchiere è questo contro un Benfica tecnico ma barocco nel palleggio, quindi lento. Vediamo come va. A Sarri la prima mossa: scelga la pedine migliori per il modulo.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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