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Alessandro Tripaldelli è un giovane terzino sinistro classe ’99 della Primavera della Juventus dotato di grande corsa, acume tattico ed importante tecnica
Luglio 2013, Alessandro Tripaldelli lascia la Damiano Promotion, nota scuola calcio della Campania del presidente Carmine Tascone (clicca qui per articolo) per iniziare un’importantissima esperienza con le giovanili della Juventus. In quel periodo, infatti, lo scouting bianconero rimase così entusiasta del terzino sinistro classe ’99 che, dopo averlo visionato più volte, lo acquistò per inserirlo nelle giovanili bianconere.
Dal 2013 ad oggi di tempo ne è passato e Tripaldelli, anno dopo anno, è stato confermato dalla società torinese fino ad arrivare nelle settimane scorse a diventare un punto di forza della Primavera della Juventus che sarà allenata anche quest’anno da mister Fabio Grosso. Negli anni ha conquistato spazio nelle Nazionali Under 15 e Under 16 mentre, nella stagione scorsa, oltre a presidiare la fascia sinistra degli Allievi Nazionali della Juventus (clicca qui per articolo) ha percorso (e con successo) quella della Nazionale Under 17 con cui ha partecipato ai Campionati Europei in Azerbaijan nel maggio scorso.
La nuova stagione è iniziata subito alla grande con le ottime prestazioni fornite nella Primavera della Juventus in tornei estivi ed amichevoli e, per la prima volta, è arrivata la chiamata con la Nazionale Under 18 di Nicolato, ex trainer della Primavera scudettata del Chievo Verona (stagione 2013/14), a dimostrazione della crescita sempre più importante che Tripaldelli sta effettuando nel suo percorso.
La Juventus nel frangente non ha assunto un atteggiamento “attendista” ma, al contrario, ha convocato in sede Alessandro Tripaldelli nei giorni scorsi al fine di fargli sottoscrivere il primo contratto da professionista. Un contratto triennale a dimostrazione che la società di Marotta crede moltissimo in questo ragazzo.
Da quell’estate del 2013 ad oggi ne è passato di tempo ma, visti i risultati e le soddisfazioni avute finora, sicuramente ne è valsa la pena.
Piero Vetrone
