Il migliore ed il peggiore azzurro in Napoli-Sampdoria

Napoli

Lo avevamo scritto, lo avevamo sperato. Alla fine Napoli-Sampdoria è valsa una finale. Come le altre sei che attendono gli azzurri in questo sorprendente ed esaltante finale di campionato. Nessuno ha più birra nelle gambe del Napoli e se davvero gli ultimi incontri che attendono da qui al 31 maggio saranno approcciati nel modo corretto, nella prossima stagione potremo far riecheggiare l’urlo “The Champions” nel nostro tempio di Fuorigrotta. Contro i liguri la gara non era per nulla semplice. Troppi i rischi di cadere in un’imboscata, ma Benitez anche ieri sera non si lascia sfuggire alcun dettaglio e carica i suoi con il solito motto “senza fretta e senza pausa”. Il Napoli è un martello pneumatico e neanche la doccia fredda del gol doriano intacca minimamente la voglia del gruppo di far risultato. In altre occasioni quella rete avrebbe fiaccato le gambe e spazientito il pubblico, ma ieri tifosi e giocatori avevano un unico obiettivo e ne è scaturito uno degli incontri più belli dell’era Benitez. Ed in una domenica in cui il Calcio paga dazio alla violenza, gli applausi convinti dello stadio alla saetta di Muriel sono l’unico spot di lealtà e civiltà che insegna al resto d’Italia come ci si comporta con gli avversari.

INSIGNE476905TOP –  Non è semplice individuare un azzurro che primeggi sugli altri. Nel Napoli funziona quasi tutto e ogni singolo uomo esegue al meglio le indicazioni di Don Rafè. Strepitosa (finalmente!) la partita di Jorginho che per magia, come Hamsik, ritrova tempi e modi per dare il proprio contributo alla causa in un momento fondamentale. Strepitosi tutti gli altri dal “portatore d’acqua” Lopez, al “guastatore” Gabbiadini, passando dalla saetta Callejon fino al genio della lampada, Gonzalo Higuaìn che, snaturando la propria posizione, si cuce addosso un ruolo che lo rende inafferrabile e mortifero per gli avversari. Ma in questa giornata vogliamo celebrare la “prima” da capitano di Lorenzo Insigne: sin dal sottopassaggio si vede nei suoi occhi il peso della responsabilità e la voglia di essere davvero la bandiera azzurra di questa squadra. In campo, poi, trascina i compagni, lotta, aiuta Ghoulam a recuperare palloni quasi al limite dell’area di Andujar e poi costruisce un gol fenomenale dopo un digiuno di 203 giorni e sopratutto 5 mesi da quel maledetto infortunio. In quella sera di Firenze si fece male uno scugnizzo che gettava a terra la maglia. Oggi tutto il San Paolo si è emozionato ed ha applaudito un uomo maturo consapevole dei suoi mezzi e ha dimostrato che può essere lui a portare da oggi in poi il peso di una fascia che simboleggia un intero popolo che vuole tornare a vincere davvero.

ALBIOL546FLOP – Anche ieri sera nessun azzurro risulta insufficiente. Chi non riesce a dare il massimo conduce però una partita onesta e ordinata come Henrique e Ghoulam. Anche Andujar non è al massimo ma quando viene chiamato in causa riesce ad evitare il peggio. Discreta anche la prova di Britos che però in alcuni casi torna a commettere gli errori di sempre e le amnesie che fanno andare in rete gli avversari. L’unico che offre una prestazione incolore è Raul Albiol che ancora una volta sale sulle montagne russe del rendimento alternando buone prestazioni a gare scialbe. Al di là della sfortunata deviazione che illude i blucerchiati, la sua partita scivola via senza alcun acuto; se il Napoli avesse l’Albiol dei tempi d’oro, quest’anno non ce ne sarebbe stato per nessuno.

Massimo Avino

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"La prossima volta voglio nascere a Napoli ed essere napoletano a tutti gli effetti" (Lucio Dalla)

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