Il Napoli degli anni ’30: Enrico Colombari, Giorgio Ascarelli e William Garbutt

Avevo lasciato i lettori con un pezzo importante di storia calcistica napoletana: “Gesù, è caduto ‘o banco ‘e Napule”. La frase era stata pronunciata nel 1952 per l’attacante svedese Hasse Jeppson. A dire la verità la frase non era stata proprio originale. Era già stata utilizzata nel 1930 per il centrocampista spezzino Enrico Colombari. Il Napoli del più grande Presidente della sua Storia, Giorgio Ascarelli, lo aveva acquistato dal Pisa per 265.000 lire.

Giorgio Ascarelli aveva convinto la FIGC ad allargare il primo campionato di calcio di Serie A del 1929-1930 a 18 squadre, consentendo alla compagine partenopea di prendervi parte. I campionati della Divisione Nazionale si svolgevano, infatti, prevalentemente tra squadre del Nord. Per quell’occasione aveva acquistato Antonio Vojak, che aveva già vinto uno scudetto con la Juventus nel 1925-1926, e l’allenatore inglese William Garbutt, che di scudetti con il Genoa ne aveva vinti tre da allenatore. Garbutt dopo una buona carriera da calciatore nell’Arsenal e nel Blackburn si trasferì a Genoa come lavoratore nel porto. Qui si fece subito apprezzare più per la sua conoscenza del mondo del calcio che per il lavoro di operatore portuale. Gli inglesi, si sa, erano considerati i maestri del calcio e non era ancora stato disputato nessun Campionato Mondiale che avrebbe smentito e somontato questa convinzione. A Garbutt, comunque, venne offerta la panchina del Genoa e i calciatori del Genoa lo salutavano con l’appellativo di Mister Garbutt. Da allora tutti gli allenatori di calcio saranno chiamati Mister. Garbutt resterà nel Napoli per sei anni. Non riuscì a ripetere i successi del Genoa, ma ottenne risultati molto brillanti.

I regaASCARELLIli di Ascarelli alla città non erano ancora finiti. Il regalo più grande fu uno stadio realizzato interamente con il contributo economico della Presidenza. Oggi, anche con il contributo del Comune e delle tasse dei napoletani, quesBOMBARDAMENTO02to sogno sembra irrealizzabile. Il Vesuvio, invece, questo era il nome dello Stadio che sorgeva non distante dalla attuale Piazza Garibaldi venne inaugurato il 23 febbraio del 1930. Giorgio Ascarelli, però, si sarebbe spento dopo soli 17 giorni dall’inaugurazione del suo Stadio per una peritonite acuta. Il Vesuvio sarebbe diventato lo Stadio Ascarelli. Quando il calcio divenne una cosa seria anche per la politica fascista e quando in Italia nel 1934 si disputarono i Mondiali di Calcio lo stadio ospitò due partite. Il nome, però, era diventato “Stadio Partenopeo” perché Ascarelli era di origini ebraiche, ed il fascismo non tollerava che uno stadio nazionale potesse essere a lui dedicato. Lo stadio fu definitivamente raso al suolo dai bombardamenti alleati del 1942, e sarebbe stato sostituito, finita la guerra, dallo Stadio Collana. Il San Paolo, invece, verrà inaugurato solo nel 1959.

Il Napoli raggiunse il quinto punto in quel campionato del 1929-1930 e negli anni 1932-1933 e 1933-1934 addirittura il terzo posto. Il Napoli avrebbe raggiunto una posizione così alta solo nel 1965-1966 con il trio delle meraviglie Josè Altafini, Faustinho Cané e il leggendario OMAR SIVORI! Insomma la storia del Napoli nel Campionato di Serie A iniziava con i migliori auspici e lasciava presagire grandi trionfi. Invece, dal 1930, passeranno ben 57 anni prima di vincere il primo scudetto! Tanti, troppi tifosi non avrebbero mai assistito a una tale gioia calcistica.

Anche Enrico Colombari aveva vinto due scudetti con il Torino. Uno di questi però, quello del 1927, revocato in seguito allo scandalo Allemandi. Si trattò del primo Campionato revocato, in seguito al tentativo di un dirigente del Torino di convincere Luigi Allemandi, difensore della Juventus, di favorire la squadra granata. Enrico Colombari disputò 213 partite con la maglia del Napoli, segnando 6 gol, nel Campionato di Serie A. Attualmente è il decimo in questa classifica dopo Bruscolotti 387, Juliano 355, Ferrario 310, Hamsik 257! (questo farà comprendere come l’attuale capitano della squadra azzurra sia già un pezzo di storia), Bugatti 256, Ferrara 247, Comaschi 241, Pesaola 240 e Buscaglia 235.

Nel prossimo articolo resteremo ancora  negli anni ’30 e presenterò la straordinaria coppia d’attacco: Antonio Vojak e Attila Sallustro, 180 gol in due per il Napoli nei campionati di Serie A.

 

Amedeo Gargiulo

Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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