L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport scrive sugli sviluppi dell’inchiesta “Alto Piemonte”
“La partita più importante prima di Cardiff si gioca oggi a Roma, nel Tribunale federale di via Campania. Alle 14 inizia il processo sportivo alla Juve, figlio dell’inchiesta Alto Piemonte di Torino che ha svelato le infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva. Per il club prevista una multa salata, 4 i dirigenti deferiti e a rischio inibizione: il presidente Andrea Agnelli, difeso dal legale del club Luigi Chiappero assieme a Franco Coppi; il responsabile della biglietteria Stefano Merulla e il security manager Alessandro D’Angelo, assistiti dall’avvocato Maria Turco; e Francesco Calvo, oggi al Barcellona, difeso da Leandro Cantamessa. Nessuno è indagato nel processo penale, ma la sede sportiva ha una logica diversa: tutti sono accusati di rapporti non consentiti con gli ultrà, avendo agevolato il bagarinaggio. Agnelli dovrebbe essere presente nel processo a porte chiuse: nella sua memoria difensiva aveva dato disponibilità a un’au- dizione durante il procedimento.
RISCHIO CARDIFF – Nel deferimento il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha parlato di «contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata». Da parte sua, invece, la Juve ha respinto ogni collegamento con la mafia: i pm di Torino, tra l’altro, hanno sempre escluso contatti consapevoli con presunti ‘ndranghetisti. Non si giocherà, però, su questo terreno la partita in Figc: sulla base dei rapporti con gli ultrà e della cessione dei biglietti, Pecoraro potrebbe chiedere inibizioni intorno o superiori ai due anni. Ciò non significa che si tradurranno in condanne di tale livello e, in ogni caso, la sentenza potrebbe non arrivare prima di Cardiff. La Juve sembra disposta a ricevere un giudizio anche prima, perciò non chiederà alcun rinvio. Ma è possibile uno slittamento tecnico delle udienze oltre il 3 giugno. E se Agnelli venisse effettivamente inibito prima della finale, la condanna non verrebbe estesa subito alla Uefa. Tradotto: difficilmente gli sarebbe impedito di presenziare da presidente in Galles. Questione di tempi: la notorietà del caso non aiuta a dilatarli, ma per esempi più gravi (doping), passano 20 giorni tra richiesta e accoglimento”.