ISCHIA – Choc sull’isola, si dimette il presidente?

Un terremoto, anzi uno tsunami interno a Ischia. Il presidente Rapollino è pronto a dimettersi e tutto quanto di magico si stava delineando sull’isola sembra svanire.

Acque agitate ad Ischia dove il presidente Luigi Rapullino ha rassegnato quest’oggi le dimissioni dall’incarico. Alla base di questa decisione, l’annosa querelle con la città e i tifosi sulla sede degli allenamenti della squadra gialloblù (da inizio stagione di stanza al Kennedy di Napoli). “La richiesta di un supporto dell’isola (che sia tifosi o imprenditoria locale) è stata fatta già nel mese di giugno dai signori Di Bello e Senese in occasione di una conferenza stampa dove si chiedeva l’aiuto per poter portare avanti la società – si legge in una nita diffusa dallo stesso Rapullino -. Appello che purtroppo, come a tutti è noto, non ha avuto seguito; successivamente il sig. Di Bello ha ritenuto fondamentale il coinvolgimento di una quota della società facendo lo stesso appello sulla “terraferma”. Da qui si sono fatti avanti prima la struttura di Torre del Greco dove confermava l’impegno avuto nell’ultimo anno sottoscrivendo anche una quota della società. Successivamente la struttura dei Kennedy si è proposta come base logistica, sottoscrivendo anch’essa una quota importante nella società. Per finire è stato coinvolto il sottoscritto che ha ritenuto valido il progetto e mi sono impegnato con la mia azienda a sottoscrivere un contratto di sponsor importante, rilasciare la fideiussione bancaria e accettare la carica di presidente proposta dal Cda. Appena insediatomi, ho ritenuto doveroso incontrare un gruppo di tifosi che lamentavano la questione degli allenamenti sulla terraferma. In quell’occasione, purtroppo, ebbi una chiusura totale sulla questione in quanto affermai che l’impegno assunto con il Complesso Kennedy era che la squadra, almeno per quest’anno, doveva allenarsi sulla terraferma. Concludemmo l’incontro in maniera del tutto serena e pacifica dove loro erano rimasti fermi sulle loro posizioni.
Il sottoscritto ha avuto sempre la più ampia disponibilità a portare avanti qualsiasi tipo di colloquio nel rispetto di una passione che contraddistingue il tifoso di una squadra di calcio. Ho sempre affermato che laddove ci fosse pervenuta una proposta concreta da parte di imprenditori o tifosi dell’isola, e la compagine societaria da me rappresentata avesse creato difficoltà, io mi sarei dimesso. Tale mia posizione ad oggi non cambia.
Nell’incontro di domenica 06.09, subito dopo la partita vinta dall’Ischia, ho avuto un incontro lampo di 10 minuti con una ventina di tifosi dove mi dicevano che erano pronti ad organizzare una serie di attività che avevano lo scopo di recuperare contributi per permettere alla squadra il ritorno sull’isola. Sono rimasto entusiasmato di questa iniziativa dove ho dato il mio appoggio chiedendo nello stesso tempo rapidità nel far sì che ciò avvenisse in quanto, visto che il ritiro della squadra era oramai terminato, i giocatori (soprattutto quelli con a seguito le famiglie) stavano già organizzandosi per trovare una sistemazione sulla terraferma. D’intesa rimanemmo che ci saremmo sentiti il martedì successivo, dove avremmo comunicato le esigenze della squadra, visto che il lunedì sera avevo una importante riunione con la compagine societaria dove avrei riferito del mio incontro. Il martedì fissammo l’incontro per il venerdì successivo. Nell’incontro avuto venerdì 11.09 presso lo studio del Dott. Senese e dove erano presenti sia il Dott. Senese che il sottoscritto (successivamente ci ha raggiunti l’amministratore Sig. Vittorio Di Bello) che rappresentavamo l’Ischia Calcio e la delegazione dei tifosi rappresentati dal Sig. Maurizio Di Meglio ed il gestore del Crostolo Sig. Cirillo, dopo un’ampia discussione dove furono esposte una serie di problematiche che la società avrebbe dovuto affrontare nel caso in cui la squadra si sarebbe trasferita sull’isola. Una di queste problematiche era la sistemazione della squadra e staff Berretti, che avremmo corso il rischio che il Kennedy, nel momento in cui la prima squadra si sarebbe trasferita, avrebbe richiesto la liberazione di tutti i campi impegnati per l’Ischia. Di certo anche la Berretti è l’Ischia. Anche la Berretti rappresenta l’isola. Di certo abbiamo chiesto un supporto alla delegazione ma non abbiamo chiesto contributi.
Capitolo “Rispoli” dove siamo stati accusati di aver chiesto soldi. Non abbiamo chiesto alcun tipo di contributo. A tal proposito, giusto per dirla tutta, il Comune ci ha richiesto il pagamento dei canoni degli anni precedenti che non sono stati pagati. L’unico accenno che abbiamo fatto con la delegazione riguardo al “Rispoli” è stato che abbiamo difficoltà in quanto, vista la notevole quantità di squadre che usufruiscono di quella struttura, l’assegnazione per l’Ischia è solo per il giovedì e venerdì pomeriggio (dalle 14 alle 16) e che avremmo dovuto parlare con il comune per vedere come si poteva risolvere questo grave problema. Di certo non possiamo allenarci al Mazzella e rischiare di rovinare il campo. Durante il corso della riunione, viste tutte le difficoltà che sono emerse riguardo alla logistica, ho anche proposto che il contributo raccolto, forse, era più opportuno utilizzarlo per ingaggiare uno o due giocatori che ci facessero fare un’ulteriore salto di qualità. La proposta era quella di cedere una quota della società alla delegazione, garantirgli un posto nel Cda in modo che avrebbero avuto la possibilità di verificare tutto l’operato della società e soprattutto tutti i sacrifici economici della compagine societaria. Potevano essere, oltre a tutto questo, anche i garanti di tutti i tifosi sulla trasparenza e linearità del nostro operato. Poi scopro che nelle riunioni dei tifosi ci sono persone che dicono di amare tanto l’Ischia dando anche contributi fino a 1.000 € quando poi il venerdì mattina (e questo è stato comunicato alla delegazione dicendo anche i nomi) ci arrivano decreti ingiuntivi per somme non riscosse negli anni 2011/2012 per importi di 2.000 €. Rimango basito da tutto ciò. Chi ci mette soldi viene insultato, chi li prende ci fa la guerra e ha l’appoggio della piazza. Il nostro unico obiettivo è quello di creare una società sana, solida e fare un calcio pulito. Abbiamo ingaggiato degli uomini che fanno del calcio la propria ragione di vita e lo stanno dimostrando sul campo.
Lunedì 21 settembre ci sarà una riunione societaria dove rassegnerò le mie dimissioni. Gli insulti sono motivati quando in un progetto non ci metti il cuore, quando vuoi lucrare sulla passione dei tifosi. Visto che in questi due mesi ho messo passione, cuore e dedizione (e soldi), continuare in queste condizioni sarebbe una violenza nei confronti miei e di chi mi supporta. Rimarrò a disposizione della società portando avanti tutti gli impegni assunti”.

Fonte: tuttomercatoweb

Marco Lepore

Laureato in Economia Aziendale presso l'Università Federico II dal 2005, ho intrapreso questo percorso da 06/2015. Il principio a cui mi ispiro è: "stay hungry, stay foolish".

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