Ruud Krol, il libero che giocava con la maglia fuori dai pantaloni

Ruud Krol fu un giocatore che portò il calcio totale a Napoli e fece sperare nello scudetto

Maglia fuori dai pantaloncini e calzettoni abbassati, questa è l’immagine di una nuova eleganza che arriva dall’Olanda. Ruud Krol fu esempio di stile e di eleganza, sia in campo che fuori. Tutti volevano imitarlo e tutti vestivano casual come si faceva ad Amsterdam negli anni ’70.

Nel Campionato di massima serie del 1980-1981 ritornarono gli stranieri. La FIGC, infatti, aveva deciso di impedirne l’utilizzo dopo un famoso gol di Pak Doo Ik della Corea del Nord, che ai Mondiali del 1966 in Inghilterra estromise l’Italia durante la fase a gruppi. Poiché quella eliminazione faceva seguito a quella dei Mondiali del 1962 in Cile, si individuarono quali responsabili gli stranieri. Ai giovani di oggi il nome di Pak Doo Ik non dirà nulla, ma io sono cresciuto con l’assillo di questo nome. Tutte le volte che un calciatore sconosciuto segnava un gol, lo si ribattezzava con quel nome… ed io nacqui solo nel 1971 (sei anni dopo quel gol!). I risultati per la Nazionale, in effetti, si ebbero subito. L’Italia avrebbe vinto gli Europei di Calcio nel 1968 (il solo trionfo nella competizione europea), avrebbe ottenuto un fantastico secondo posto ai Mondiali del 1970, sconfiggendo la Germania 4 – 3 in semifinale e perdendo a Città del Messico la Finale contro il Brasile di Pelé per 4 – 1. I risultati delle squadre di club, però, lasciavano a desiderare. Tra il 1963 ed il 1965 la Coppa dei Campioni era stata vinta tre volte su tre da squadre italiane, il Milan nel 1962-1963 e l’Inter nel 1963-1964 e nel 1964-1965, grazie anche al contributo dei giocatori stranieri. Dopo la chiusura del 1966, esclusa la vittoria del 1968-1969 del Milan, bisognerà attendere la triste sera dell’Heysel nel 1984-1985 perché la Juventus di Platini e Boniek riportasse la Coppa in Italia.

 

Dopo 14 anni di calcio scadente, dunque, la FIGC decise di riaprire le porte agli stranieri, soprattutto dopo la triste stagione del 1979-1980 che aveva portato lo scandalo del Totonero, in cui importanti giocatori quali Paolo Rossi, Lionello Manfredonia, Bruno Giordano, Enrico Albertosi (radiato), Giuseppe Savoldi furono squalificati. La strada, dunque, per rendere interessante il Campionato sembrava segnata. Si poteva solo richiamare i giocatori stranieri. Fu così che nel primo anno arrivarono ottimi giocatori quali l’irlandese Liam Brady, Falcão ed Herbert Prohaska. Non c’era nessun dubbio, però, che il giocatore di maggior prestigio arrivato in Italia fosse proprio Ruud Krol, vincitore di tre Coppe dei Campioni con il grande Ajax di Neeskens, Haan, Rep e dello straordinario Johan Cruijff.

Il suo arrivo in Italia fu una intuizione di Antonio Juliano che lo prelevò dal Campionato canadese. Per tutta la carriera Krol era stato uno straordinario terzino, ma sarà l’allenatore Rino Marchesi ha farne il primo libero ed il più grande che il Napoli abbia mai avuto. Questo ruolo, che oggi non esiste più per l’affermarsi delle difese schierate secondo tattiche quali il 4-3-3 o il 3-4-3, era molto importante. Era ricoperto dal difensore più tecnico che era libero, appunto, dalle marcature fisse e che poteva anche impostare il gioco. Era una concezione del calcio soprattutto italiana e proprio, l’Ajax di Krol che applicava il calcio totale aveva cancellato l’idea del libero. Giunto, però in Italia all’età di 31 anni, Marchesi lo adattò a questo nuovo ruolo.

Il primo anno di Ruud Krol fu anche il migliore dei 4 anni trascorsi a Napoli. Fu l’anno dell’autorete di Ferrario, del gol fantasma di Turone. Il Napoli giunse terzo, miglior risultato dal 1974-1975 (l’anno di Core ‘ngrato!). Krol realizzò il suo unico gol con la maglia del Napoli il 5 aprile del 1981 a Brescia in un 2-1 che lanciò il Napoli al secondo posto in classifica a 33 punti insieme alla Juventus e a solo un punto dalla Roma. Purtroppo, poi, sarebbe  giunta la sciagurata autorete di Ferrario.

Avrebbe poi lasciato il Napoli nel 1983-1984. Era l’estate dell’arrivo di Diego Armando Maradona.

 Amedeo Gargiulo

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Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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