Battibecco Sarri-Improta, Mughini senza peli sulla lingua: “Usare tale espressione per me sarebbe raccapricciante! Mi sputerei in faccia…”

La lettera di Gianpiero Mughini  a Dagospia su ciò che è accaduto in conferenza stampa tra Maurizio Sarri e la giornalista Titti Improta: “Ce le ho ancora innanzi agli occhi, era il lontano 1977, le erinni sedute in un’aula dove stavo dicendo che in fatto di terrorismo assassino le donne avevano eguagliato gli uomini in fatto di ferocia, quando tutte assieme si alzarono a vociarmi contro e a impedirmi di continuare a parlare. L’unica volta nella mia vita che non sono riuscito a completare il mio ragionamento. Né ovviamente in quell’occasione pronunciai un centesimo di quello che pensavo della loro miseria intellettuale e umana”.

“Premesso questo, e con palese riferimento all’espressione usata dal (di solito ai miei occhi elegantissimo) Maurizio Sarri nei confronti di una giornalista, vorrei dire quanto segue. L’essere elegante, rispettare un canone di linguaggio, sfumare parole e aggettivi, governare la “poetica” del comunicare, è per me un imperio e un dogma. Usare l’espressione “non la mando a fare in culo perché lei è carina”, la quale sottintende l’altra e raccapricciante espressione, “lei è talmente brutta che la mando a fare in culo”, sarebbe un tale orrore ai miei occhi e alla mia sensibilità che mi guarderei allo specchio e mi sputerei in faccia. E invece quando mi guardo allo specchio, io voglio sorridere di quello che vedo”.