Tra “scansopoli” e salame sugli occhi parlare male di (del) Napoli fa sempre clamore! Sarà l’effetto-Saviano?

Roba da ufficio indagini! Uno scandalo pazzesco che getta un’indelebile ombra di dubbio sul candido e immacolato mondo del calcio.

È da ieri sera, dopo Napoli-Sampdoria, che si sta alzando un gran polverone intorno al fallo, vero o presunto,  subito da Reina e che è costato il secondo giallo e, quindi, l’espulsione a Silvestre.

A fine gara, il portiere spagnolo, quasi a discolparsi davanti a un Tribunale, ha dovuto produrre la sua versione dei fatti al cospetto di una giuria severa e ‘imparziale’, costituita da giornalisti e addetti ai lavori.

L’ex arbitro Bergonzi, dagli studi Mediaset, con l’abilità di un Pubblico Ministero, ha incalzato Reina cercando di indurlo ad ammettere di non essere stato toccato nell’azione incriminata. “Le immagini sembrano dimostrare che non ci sia stato contatto”, ha rilevato l’organo inquirente.

E, come se non bastasse, il colorito presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha fatto simpaticamente irruzione nel corso dell’intervista che Sarri stava rilasciando sempre a Mediaset, dichiarando, senza mezzi termini, che “il Napoli non ha bisogno del dodicesimo uomo per vincere le partite”. 

Allora, sia ben chiaro, quello che mi preme in questa sede non è la difesa a spada tratta di Reina, ma la rivendicazione di un equilibrio che sembra sempre più latitare nell’ ‘irreprensibile’ mondo del calcio.

Da questa mattina non si fa che leggere di svista arbitrale e di partita viziata da un presunto comportamento antisportivo. Ferrero che grida allo scandalo, Giampaolo che non si concede alla stampa perché arrabbiatissimo per la conduzione della gara e giornalisti che invocano a gran voce la prova TV.

Tutto giusto, ognuno può perorare le cause che ritiene degne di tutela. Tutti possono ergersi a tutori dei principi della integrità e lealtà sportiva, purchè lo si faccia sempre.

Ma Giampaolo, allenatore della Sampdoria e dipendente di Ferrero, non è quello che qualche mese fa ha fatto chiaramente intendere che contro “una certa squadra” suggeriva ai propri calciatori di scansarsi contribuendo a coniare il termine “scansopoli”?

E i giornalisti? Come mai non aprono processi mediatici quando ad essere favorite sono altre società? Le fette di salame che coprono i loro occhi sono forse troppo grandi?

Ripeto, non sto prendendo le parti di nessuno, ma semplicemente chiedo lo stesso comportamento e la stessa severità di giudizio ogni volta che un episodio dubbio possa condizionare l’andamento di una gara. E se è questo che succede tutte le volte che si verifichino errori arbitrali (e non me ne sono accorto), allora chiedo venia e vorrà dire che mi ritirerò in un angolino a recitare il ‘mea culpa’.

Attaccano Reina e il Napoli da tutte le parti passando al setaccio le immagini. ‘Il portiere mente sapendo di mentire’.

Eppure, nel 2012, tutti hanno creduto alla buona fede di Buffon in occasione del gol fantasma (?) di Muntari, archiviando l’episodio come un trascurabile ‘errore umano’ da parte di arbitro e guardalinee. “Non mi sono accorto che la palla fosse entrata di 50 cm, l’azione è stata talmente veloce…”, dichiarò il portiere della Juve.

Nessuno ha avuto da ridire, per ben nove giornate, sulla impunità del diffidato Bonucci nella scorsa stagione. Vogliamo ricordare il simpatico fallo su Destro del Bologna che da solo valeva un’espulsione diretta? Nemmeno un giallo al diffidato di lungo corso.

E poi, ci sarebbero tanti altri episodi relativi a diverse squadre, ma parlare di Napoli fa sempre più clamore. Sarà l’effetto-Saviano?

Dario Catapano

@DarioCatapano

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

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