Una prima introduzione ad Attila Sallustro ed Antonio Vojak

SALLUSTRO000Cominciamo dai numeri. La classifica dei cannonieri (comprendendo tutte le competizioni) del Napoli dice che il primo posto è detenuto da Diego Armando Maradona (e chi altri!) con 115 gol in 7 stagioni. Secondo è Attila Sallustro con 108 gol in 11 stagioni. Terzo un mostruoso Edinson Cavani con 104 gol in sole 3 stagioni. Quarto Antonio Vojak con 103 gol in 6 stagioni. Quinto Josè Altafini, Core ‘ngrato, con 97 gol in 7 stagioni. Di Cavani parleremo presto, di Altafini abbiamo già parlato, di Maradona abbiamo un certo timore di parlarne perché non si tratta di un semplice giocatore (è il nostro Ulisse che attende un Omero capace di narrarne l’epica). Ma chi sono Vojak e Sallustro? Restiamo ancora sui numeri. Se prendiamo in considerazione solo il Campionato di Serie A, Antonio Vojak supera addirittura Maradona (102 gol Vojak e solo 81 Maradona). Se prendiamo, invece, in considerazione tutti i campionati, compresi quelli della Divisione Nazionale precedente alla nascita del I Campionato di Serie A del 1929, la classifica dei cannonieri diventa: Attila Sallustro al primo posto con 106 gol e Antonio Vojak al secondo con 102. Insomma, in due hanno segnato 208 gol con la maglia del Napoli. Ma i numeri non sono tutto, e dè vero. Infatti, la storia di questi due calciatori è veramente avvincente.

Cominciamo da Attila Sallustro. Il paraguaiano di Asuncíon rappresenta un vero monumento della nostra storia. Arrivato nella città all’età di 12 anni, cominciò a giocare prima nelle giovanili della ‘Internazionale Napoli’ e poi nella celebre InterNaples. Società, quest’ultima, nata dalla fusione della squadra con il Naples. Nel 1926 nacque la gloriosa Associazione Calcio Napoli, di cui Sallustro era già la punta indiscussa. La sua famiglia era composta, oltre che dal padre Gaetano e dalla mamma Evelina, da altri due fratelli Oreste e Oberdan, entrambi laureati a Napoli in Ingengeria. Attila, invece, era troppo vivace e gli fu suggerito di sfogare la sua vivacità giocando a calcio. Il padre, però, non tollerava che si guadagnasse da vivere tirando dei calci ad un pallone e gli impose di non accettare alcun compenso. Il primo stipendio dal Napoli lo ricevette solo nel 1932: 900 lire al mese! Sallustro fu il primo vero divo del calcio napoletano e insieme a Meazza del calcio italiano. Peccato che il Mondiale del 1934 arrivasse troppo tardi, altrimenti Sallustro ne avrebbe fatto sicuramente parte. Invece, il solo giocatore del Napoli convocato, per il primo Mondiale di Calcio dell’Italia e in Italia,i  fu il portiere Giuseppe Cavanna, vercellese. Attila non fu solo un mito per i suoi goal ma anche per la sua storia d’amore con la soubrette russa Lucy d’Albert, ballerina di un nuovo ballo proveniente da oltre Oceano: il charleston! Sembra che il Presidente Ascarelli non amasse troppo il suo individualismo, ma poi dovette cambiare idea. Il Presidente Lauro, invece, lo amò tantissimo, tanto che quando la Roma cercò di acquistarlo, per convincerlo a rimanere gli disse: «Se andate a Roma, io vengo con voi. Però cercate di non farlo perché tengo moglie e come faccio a portarmela appresso?» . Così racconta Mimmo Carratelli sulla Repubblica del 14 dicembre 2008. Lo stesso Maradona un giorno propose di intitolare il San Paolo ad Attila Sallustro, il primo e, forse, uno dei più grandi eroi della nsotra storia.

Antonio Vojak, non era un paraguaiano italianizzato, come Sallustro. Era italiano, anche se per caso. Nacque a Pola, oggi in Croazia, ma che appartenne al Regno d’Italia dal 1918 al 1943. Il cognome croato venne italianizzato in Vogliani. Giocò nel Napoli, acquistato dalla Juventus (con la quale aveva vinto un campionato nel 1926), dal 1929 al 1935 e con Sallustro formò un’incredibile coppia di attacco. Giocò anche in Nazionale, debuttando nel 1932 proprio a Napoli, dove insieme a Sallustro e Colombari (il primo banco di Napoli!) sconfisse la Svizzera per 3 – 0. I risultati migliori raccolti da quell’incredibile Napoli furono il terzo posto del 1932-1933 e del 1933-1934.

Nel chiudere quest’articolo ho un grande rammarico: aver detto troppo poco di così tanta storia del Napoli. La tentazione di restare ancora in questa parte di storia è troppo grande…

Amedeo Gargiulo

Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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