Ayala: ” Koulibaly ha sbagliato ma può essere il mio erede. Benitez è il top, De Laurentiis…”

AYALA 2411La capacità di guardare al di là dell’errore, di andare oltre l’episodio. Questione di esperienza. Ma pure saggezza ormai, equilibrio da dirigente. Seppur giovane.

«Sì, Koulibaly ha sbagliato. Però che bel giocatore. Può essere il mio erede».

Roberto Fabian Ayala al San Paolo. Era tanto che mancava. L’ultima volta a Fuorigrotta aveva ancora gli scarpini al piede. Ora è il direttore sportivo del Valencia. Il look è rimasto quello da calciatore. Capelli lunghi, giubbotto di pelle e barba increspata. Però elegante, a modo suo. Come quando usciva palla al piede dall’area di rigore. Ma se c’era da entrare duro sul centravanti, non si tirava dietro.

«Beh ci sta anche quello nel calcio».

E ci sta pure tirarla lunga per un difensore. Senza rischiare.
«Essì che si può. Anzi, si deve. Però Koulibali mi ha comunque impressionato. Ha una fisicità pazzesca. Ha elasticità e velocità. E gioca la palla con entrambi i piedi. Certo, quella palla, poteva gestirla meglio».

Tutto il Napoli poteva gestirla differentemente la partita.
«Quando sei avanti due gol devi chiuderla. Benitez saprà che dire ai giocatori».

Con lui a Valencia due campionati e una Coppa Uefa.
«Rafa è tra i migliori allenatori al mondo. Serio e preparato, attento ai dettagli. Un lavoratore. E’ il top».

E infatti De Laurentiis farà di tutto per trattenerlo.
«E fa bene. Benitez è un vincente. Vuole tutto. E anche in questa stagione ci proverà fino all’ultimo».

Il San Paolo è con lui.
«Che stadio. E che tifosi. Non dimentico i miei tre anni in azzurro. Era un Napoli diverso. Ma la città aveva la stessa passione. E’ una bella sensazione tornare e stare con i vecchi amici»

(accanto a lui, Filippo Fusco: ds del Bologna). Sente ancora qualche ex compagno?
«Policano, Bordin, Fausto Pari: era un bel gruppo».

Tanto cuore in quella squadra.
«Ma anche in questa. Gargano nel primo tempo mi è piaciuto. C’ha messo l’anima».

La qualità, invece, è il copyright di Higuain.
«Un fenomeno. Ce ne sono pochi come lui».

In Italia, Tevez.
«Altro argentino. Ma guardando la Juve mi sono innamorato di Pogba».

Che serie A ha ritrovato?
«Il livello si è abbassato. Peccato solo non poter vedere il derby. Mi parte l’aereo».

Eppure c’è chi fatica o non è mai esploso. Come Edu Vargas.
«Al Valencia non avevamo i soldi per riscattarlo. L’avrei tenuto».

Messi non si ferma più. Altro record.
«E lo criticano… Messi ha un solo problema ed è irrisolvibile: è esistito Maradona prima di lui..».

Metti un argentino al San Paolo a parlare di calcio ed esce lui… Diego. Il finale è scontato.

Fonte: Corriere dello Sport

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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