LA SQUADRA. E intanto, la palla va, verso l’ignoto: e chissà mai se sarà Napoli o Bilbao, ma in quella sfera arroventata, son contenute le indicazioni per l’uso d’un agosto egualmente vibrante, da ricamare nel finale d’un mercato che s’intuisce anche rileggendo la lista dei preliminari (fuori Pandev e Vargas) e poi quella dei convocati (a casa Dzemaili, Zuniga ed Henrique). Però è Napoli-Athletic Bilbao, ora, e c’è altro a cui pensare: «Dobbiamo concentrarci sui calciatori che abbiamo e tentare di qualificarci. Però è indiscutibile che queste due partite potranno indirizzare in qualche modo le nostre strategie immediate: io resto dell’opinione che, comunque, il Napoli avrà un domani brillante e spettacolare, ma è banale dire che con la Champions League sarebbe migliore» .
LA PRIMA MOSSA. El señor sì che se ne intende: ed è scritto mica sul bagnasciuga d’una estate (improvvisamente) tormentata, ma negli almanacchi d’un calcio in cui l’autografo di Rafa Benitez si prende le copertine al termine di una stagione avviata proprio da quest’inferno dei preliminari e chiusa portandosi a casa la Champions. «E l’anno successivo, quando eravamo campioni in carica, dovemmo partire addirittura con tre partite ad eliminazione diretta, perché intanto avevano cambiato il regolamento. Ma stiamo bene, anche se forse l’Athletic starà meglio: Higuain è con noi, perché lui pure al 70% sa fare la differenza. Noi abbiamo rispetto dei nostri avversari, che sono forti: ma lo siamo anche noi» . Buona notte, Napoli.