Le dichiarazioni del dirigente partenopeo sul caso plusvalenze.
Nuovo capitolo del caso plusvalenze che vede coinvolto il club di Aurelio De Laurentiis. L’amministratore delegato partenopeo Andrea Chiavelli ha deposto ieri in tribunale sulla questione.
Ecco cosa rivela sulle colonne odierne il quotidiano Il Mattino:
“Una lunga deposizione, durata oltre un’ora, per ribadire la correttezza del proprio operato e di quello del Napoli: «Ci siamo sempre attenuti alle direttive dell’Oic, l’organismo italiano di contabilità, he è quello a cui fanno riferimento i principi contabili elle società non quotate in Borsa». Non solo, «le nostre valutazioni sono state anche supportate da tre diverse consulenze professionali». Andrea Chiavelli, amministratore delegato del club presieduto da Aurelio De Laurentiis, ieri mattina davanti al gup del tribunale di Roma ha deciso di rendere alcune dichiarazioni spontanee, al termine delle quali il giudice ha deciso di rinviare alla prossima udienza, fissata per il 20 novembre, la decisione in merito alla richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio, avanzata dai pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, nei confronti del patron del Napoli, della stessa società e del manager Chiavelli, difesi dagli avvocati Fabio Fulgeri, Gaetano Scalise e Lorenzo Contrada. Al centro dell’inchiesta, culminata nella richiesta di rinvio a giudizio formulata a febbraio scorso. c’è l’accusa di falso in bilancio relativa agli anni 2019, 2020 e 2021. L’ipotesi investigativa dei pm romani gravita però anche intorno a due presunte plusvalenze fittizie: la prima sarebbe maturata nell’estate del 2019 con l’operazione di mercato che aveva portato a Napoli l’allora difensore della Roma Kostas Manolas; la seconda, l’anno successivo, con l’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen dal Lille. Riuniti i due fascicoli, l’udienza preliminare si concluderà adesso il 20 novembre, quando il gup di Roma deciderà se disporre, o meno, il processo per De Laurentiis, la società e il manager Chiavelli. Quest’ultimo, ieri in aula, ha battuto anche sulle contestazioni che gli sono state mosse in merito all’“affaire” plusvalenze: «Le trattative sono state sempre gestite dal settore sportivo, cioè da Giuntoli e Pompilio». I due sono stati già interrogati in qualità di testimoni. Il team difensivo nelle scorse settimane aveva espresso forte contrarietà per la decisione dell’ufficio di Procura di chiedere il rinvio a giudizio anche per la Ssc Napoli «considerando che agli atti risultano depositati i pareri nredatti da consulenti tecnici e da enti terzi come l’Assonime che dimostrano come il Napoli abbia agito in modo legittimo e rispettoso dei principi contabili italiani»”.
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