Antonio Corbo scrive sulle mosse di mercato del Napoli per gennaio nel suo editoriale per Repubblica, ‘Il Graffio’
“Dal 2 settembre a lunedi la travagliata conduzione tecnica della Nazionale insegna qualcosa anche ai club. Era facile mettere in croce Ventura dalla brutale sconfitta di Madrid con la Spagna: ma chi l’aveva scelto? Il calcio premia chi indovina l’allenatore e chi sa programmare. Il Napoli come sta messo? È primo, con una tonnellata di record infranti e il plauso degli sportivi italiani per la lezione di Sarri: come portare ai vertici attraverso l’eleganza ritmica del gioco una formazione saldata e consolidata con cura artigianale. Niente improvvisazione. Bravo Napoli, ma il futuro a che punto è?
Perché sia azzurro anche il prossimo ciclo, le strategie vanno definite presto. Napoli-Milan apre una serie di sette gare da sabato a Natale, si riaprirà poi il mercato. De Laurentiis con Chiavelli e Giuntoli già ne sta parlando. Sarri è chiuso nel suo lavoro, non può distrarsi, ma in tutti i crocevia si incontra lui. Almeno tre.
1) Inglese. Il suo acquisto a luglio è investimento finanziario o tecnico? È stato convertito in depositi fruttiferi un tesoretto oppure il Napoli vuol portarlo a casa tra un mese e mezzo: questo il primo tema. Ventisei anni, scoperto da Giuntoli nel Lumezzane, alto 1.89, grande fisicità ma grande rapidità per il basso baricentro, duttile nel 4-3-3, buon rendimento nel Chievo: sembra il ricambio ideale dopo l’infortunio di Milik. È da sperare che sia stato però interpellato Sarri. Se arriva Inglese e continua a giocare Mertens, magari nella forma precaria degli ultimi giorni, conviene svilire la quotazione importante di un attaccante titolare in A? Si avvicina intanto il ritorno di Milik. Uno che Sarri gradisce.
2) Le fasce laterali. Sono il punto debole. Occorrono almeno due difensori di sicuro impiego. Subito uno, un altro ma molto importante da bloccare per giugno. Inutile far circolare il solito nome di Vrsaljko, se l’affare è improbabile. A chi giova?
3) Sarri ha portato il Napoli al primato. La sua opera, discutibile per qualche ostinata conferma di titolari stanchi, è tuttavia l’unica novità tecnica prodotta dalle panchine italiane negli ultimi tempi. La conferma va trattata. La soluzione forse c’è: far leva sulla sua passione, coinvolgerlo nel progetto del prossimo ciclo, smontare la gabbia di clausole”.