Corbo: “Vittoria cominciata cinque mesi fa. Milinkovic spettatore del dominio di Fabian…”

Corbo sul Napoli

Antonio Corbo commenta la vittoria del Napoli contro la Lazio nel suo editoriale per Repubblica ‘Il Graffio’:

“Questa vittoria è cominciata almeno cinque mesi fa. Quando faceva discutere il turnover di Ancelotti. Sembrava una giostra dissennata. Quella innovativa filosofia ha consentito anche ieri, ieri più che mai, di sostituire quattro titolari con giocatori non arrugginiti dall’inerzia, alcuni pronti a candidarsi nel Napoli futuro come Fabian Ruiz, dinamico signore del centrocampo, o a ricandidarsi come Zielinski, come Diawara che si ripresenta con l’autorevolezza che gli mancava davanti alla difesa, accanto a Fabian Ruiz.

È proprio lì la chiave tattica del primo tempo. Inzaghi come chi ha spiato bene il Napoli in questi giorni si è convinto che vi fossero degli squilibri nell’impianto. Prova a disunire la mediana del Napoli: dal suo quintetto negli stessi spazi tira fuori un rombo che funziona appena una decina di minuti. Lucas Leiva è il vertice basso,

Luis Alberto e Parolo gli interni, il vertice è il tecnico ma pesante Milinkovic che punta su uno spazio ben definito: quello che dovrebbe essere coperto da Fabian Ruiz. Lo spagnolo sembra sfidarlo: gli lascia l’illusione di una libertà, che Milinkovic non mette a profitto, non può, perché come la scintilla di un corto circuito ferma la Lazio il brivido del palo colpito da Milik. Sono passati dieci minuti, ma quel gol appena sfiorato come altri in seguito attenua le ambizioni della Lazio.

I quattro del rombo non sono più legati da una stessa logica si gioco, perdono campo e distanze, mentre il Napoli prende quota. Mertens come raramente si era visto ha la stessa velocità di pensiero di Milik, non si erano mai intesi così, Milik intanto dà un’altra scossa costringendo Strakosha a smorsare sul palo più vicino un’altra sassata del gigante polacco.

Milinkovic diventa spettatore del dominio di Fabian che recupera, resiste, imposta con la puntuale assistenza di Diawara. Il Napoli prevale anche sulle fasce, perché Malcuit è troppo più rapido ed elegante di Lukaku, sul versante opposto Mario Rui non trova ostacolo in Lulic smarrito da quelle parte, recupera e crea qualcosa di interessante, ben sapendo che Bastos è un rimedio più modesto rispetto a Luis Felipe uscito subito per infortunio.

La difesa della Lazio, schierata a tre, si rivela inferiore agli obiettivi di Inzaghi, come dimostra il sempre più atteso primo gol di Callejon. Bravo lo spagnolo, per precisione e tempismo, nel segnare da portiere e palo. Ma può schizzare tra due laziali che aprono un varco, con un tardivo rientro: Radu e Lukaku. È il gol che anticipa il secondo, tocca a Milik, specialista ormai in tiri piazzati. Un diabolico tiro carico di effetto che curva nel più vicino incrocio.

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Il Napoli continua a contare pali, ma qualcosa deve fare la Lazio. Lukaku la sostituzione se l’è cercata proprio, e Inzaghi che nella ripresa schiera Correa riapre la partita. Missione compiuta da Ciro Immobile, isolato finora, ma lo spirito di avventura dei marinai torresi guida il bomber laziale. Indovina l’angolo che Meret ritiene coperto da Albiol, la palla per sinistra fatalità passa proprio tra le gambe del difensore. La sostituzione di Patric per Milinkovic, che delusione dopo atteggiamenti così spavaldi ma non significativi, dà forza alla Lazio che riesce a complicare la rimonta. Uno dei più esperti, Acerbi, merita il secondo giallo più del primo. Eccede su Callejon. Basta ad Ancelotti per occupare la scena: scommette Verdi per Diawara, un segnale alla sua squadra. Come dire: attaccate, voglio il terzo. Ma gli bastano quei due per una vittoria sofferta solo nel finale, ma il thrilling fa il calcio più bello”.