Ecco la sentenza che potrebbe cambiare le regole del calcio giovanile…

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“E’ una sentenza che potrebbe sconvolgere il mondo del calcio”. Semplice e diretto, senza nessuna titubanza. “Anche perché le leggi sono chiare, bisogna solo applicarle”. Pronto, avvocato Capristo? Ci spieghi un po’, ma di che sentenza si tratta? “E’ una vicenda che nel singolo caso coinvolge un ragazzo e la propria famiglia – spiega l’avvocato Domenico Capristo, colui che ha assistito Alessandro Balducci (il ragazzo in questione ndr), intervenuto in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ma che potrebbe essere applicata a circa 600.000-700.000 ragazzini”.

Avvocato, ci racconta nei dettagli la vicenda?

Parliamo di un giovane ragazzino, all’epoca sedicenne. Nel 2012, dopo una stagione, la Virtus Villa, squadra per la quale era tesserato,  decise di non iscriversi al campionato di appartenenza. Il ragazzo chiese allora alla società il proprio cartellino ma si sentì rispondere che per averlo avrebbe dovuto pagare 1.500 €. Cosa che il padre fece, pur capendo che si trattava di un’ingiustizia, per dare la possibilità al figlio di continuare a giocare a calcio”.

Come mai afferma che questa sentenza potrebbe sconvolgere il mondo del calcio?

“Semplice, come infatti è stato riconosciuto prima dal Giudice di Pace Crapanzano e poi dal Tribunale civile di Verbania in appello, qualsiasi contratto siglato dai genitori che vincola un ragazzo fino all’età di 25 anni non può essere assolutamente valido giuridicamente perché non permette al minore di fare liberamente le proprie scelte: si tratta dunque di un contratto nullo. Ed infatti la Virtus Villa ha dovuto restituire i soldi al padre del ragazzo ed ha dovuto pagare le spese. Sicuramente questa è una sentenza che potrebbe sconvolgere il mondo del calcio, basta pensare a tutte le telefonate ricevute da diversi genitori che si ritrovano in questa situazione e vogliono adire vie legali. Le leggi esistono, sono uguali per tutti e bisogna ottemperarle nel rispetto dei minori: questo vale anche per la FIGC, non credo ci possano essere delle differenze”..

Una rivoluzione del genere potrebbe però creare molta ‘confusione’ intorno ai ragazzi, cosa ne pensa in merito?

“Credo che toccherà ai genitori monitorare con attenzione: la cosa migliore dal mio punto di vista sarebbe quella di fare in modo che le società non possano mettere sotto contratto i ragazzi per più di una stagione alla volta, almeno finché l’atleta non raggiunge i 18 anni e poi è libero di fare le proprie scelte. In tutto questo c’è una cosa che mi dà davvero fastidio…”

Prego.

“Quella di cui parliamo è l’età in cui i ragazzi dovrebbero solo pensare a giocare, nient’altro. Sapere che ci sono persone che cercano di approfittare il più possibile di certe situazioni fa male: non tutti i genitori hanno a disposizione i 1.000-1.500 € richiesti dalle società e a volte i bambini si ritrovano costretti a rimanere fermi. E questo non è assolutamente giusto”.

Fonte: gianlucadimarzio.com

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