La ripresa della Serie A, quando nessuno vuol dire no

comunicato lega

La ripresa della Serie A sembra ancora lontana, nessuno ha la forza di dare un no definitivo

Ormai siamo in piena Fase 2, con il Paese che prova a risollevare l’economia e con la popolazione che cerca di tornare alla normalità. Ma il calcio, e nello specifico quello Italiano, ancora non ha deciso cosa fare nell’immediato futuro. Il governo non dà certezza che si possa riprendere, mentre i vertici del calcio nostrano aspettano le decisioni della politica. L’impressione è che nessuno voglia prendersi al responsabilità di dire no alla ripresa, per non inimicarsi sponsor e parte dei tifosi che spingono per la ripartenza del campionato. Ci sono continui rimbalzi decisionali, dove il mondo del calcio chiede alla politica che a sua volta chiede al Cts. Un cane che si morde la coda. I club per una volta sono spettatori, e dopo la ripresa degli allenamenti in gruppo sperano di poter riprendere a giocare. Incombe poi il lato economico, con molti club che in assenza di entrate come i diritti tv, andrebbero in grossa difficoltà.

Le modifiche del protocollo per ripartire

La palla passa al comitato tecnico scientifico che,  dopo le rimostranze dei club, ha modificato alcuni punti del protocollo. Come per esempio il mini ritiro e la quarantena per tutta la squadra nel caso ci fosse un caso positivo. Nel caso in cui ci sia una positività, andrà in isolamento il singolo elemento contagiato. Potrebbe esserci l’arrivo programmato per club ed arbitri allo stadio, in orari differenti. I giocatori del team di casa, potrebbero presentarsi allo stadio con mezzi propri e non con il bus del club. Gli spogliatoi saranno con docce singole, e nessuna vasca idromassaggio. Gli ambienti comuni, dovranno essere sanificati prima e dopo le gare. I match ovviamente saranno tutti a porte chiuse, con lo stadio diviso in zone e accessi limitati anche per gli addetti ai lavori.

Cosa pensano i tifosi?

Al momento i tifosi sono spaccati, tra chi è favorevole alla ripresa in nome dello spettacolo e chi invece preferirebbe che si fermasse tutto. I gruppi Ultras hanno già fatto sapere,  attraverso numerosi comunicati, che sono totalmente contrari alla ripresa dei campionati in segno di rispetto per le vittime del Covid-19. Poi, ci sono invece i tifosi che vogliono tornare alla normalità e quindi poter riassaporare lo spettacolo di una partita di calcio. In ogni caso tutti sono d’accordo che se ripartenza sarà, dovrà essere fatto tutto nella massima sicurezza.

 

All’estero

Nelle federazioni estere invece il discorso è ben definito. In Germania addirittura lo scorso fine settimana è tornata la Bundesliga, ed è stato il primo campionato a riprendere dopo il post covid-19. In Francia così come in Olanda e Belgio, i campionati invece sono stati sospesi facendo irritare non poco la UEFA. Discorso differente per Inghilterra e Spagna, dove ancora non è stata fissata una data per la ripresa definitiva

 

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