E quando Ferrario fece dimenticare la sua autorete
Ci sono tanti volti che sono rimasti impressi di quel novembre 1986. Uno di questi fu quello del grande Omar Sivori che alla Domenica Sportiva commentava la vittoria del Napoli. Poi, indiscutibilmente, ci fu quello di Diego Armando Maradona che aveva avuto la meglio su monsieur Michel Platini (Pallone D’Oro 1983, 1984 e 1985). C’era anche quello di Moreno Ferrario, che cinque anni prima era stato protagonista di quel famoso autogol!
Col tempo la gente aveva dimenticato quell’autorete, ma, forse, era proprio il difensore milanese a non aver dimenticato quel 26 aprile del 1981. Un giorno raccontò di non essere uscito di casa per diversi giorni, aspettandosi che l’Ing. Ferlaino lo convocasse e lo liquidasse. Nell’estate del 1984 arrivò Maradona, e tutto fu dimenticato!
Personalmente, ho anche un altro ricordo di quella domenica, il volto della Professoressa Graziano, insegnante di Matematica del VII ITIS di Via de Matha (oggi Istituto Tecnico Economico “Enrico Caruso”) che aveva fissato l’interrogazione sulle equazioni di secondo grado per il giorno dopo…
Il Napoli aveva battuto la Juventus a Torino l’ultima volta nel novembre del 1957 (ancora un novembre di 29 anni prima). Quella volta erano stati Vinicio e Pesaola ad avere la meglio su Charles e Sivori (di cui si diceva prima). Da allora solo qualche pareggio e, soprattutto, il Napoli aveva visto sempre la schiena della Juventus. Sempre costretta ad inseguirla. Anche quel 1986-1987 sembrava continuare questa tradizione. Le due squadre si affrontavano per la nona giornata del girone di andata, al Comunale di Torino con la Juventus a 12 punti ed il Napoli a 11. Però, va anche detto che la Juventus era appena stata eliminata dalla Coppa dei Campioni quattro giorni prima (il 5 anovembre) dal Real Madrid ai calci di rigore. Valdano, Butragueño, Juanito avevano avuto la meglio sulla Juventus (su quattro rigori solo Vignola segnò a Buyo, mentre Brio, Manfredonia e Favero non riuscirono a mettere a segno il loro rigore). L’anno successivo il Real Madrid avrebbe avuto la meglio del Napoli ai sedicesimi di finale ancora con un gol di Butragueño!

Veniamo, pero, a quel 9 novembre, una domenica di tanti anni fa. La Juventus di Rino Marchesi (proprio colui che era stato allenatore del Napoli nel 1980-1981…) è chiaramente stanca per la partita contro il Real. Il Napoli fa la partita e Maradona, su calcio di punizione, mette alla prova Stefano Tacconi. Il primo tempo si conclude sullo 0 – 0.
Il secondo tempo, invece, comincia male. Cross di Cabrini dalla sinistra, Garella non trattiene e Laudrup ne approfitta. Juventus 1 Napoli 0. I tifosi del Napoli cominciano a pensare che nulla è cambiato e nulla mai cambierà. La Juventus vincerà sempre. Anche se loro sono stanchi. Anche se noi abbiamo Maradona…

Però, in campo c’è qualcuno che deve far dimenticare una partita di cinque anni fa. Come difensore ha già fatto un’ottima partita ma non basta. Anche l’allenatore Ottavio Bianchi ci crede e, al posto di Sola, mette in campo Andrea Carnevale, giocando tutto il secondo tempo con tre punte: Maradona, Giordano e Carnevale. Al 28′ della ripresa (a 17 minuti dalla fine della partita la Juventus vinceva ancora per 1 – 0) su calcio d’angolo di Romano, e dopo un contrasto aereo, la palla arriva sul sinistro di Moreno Ferrario, che colpisce la palla in maniera precisa ma non forte. Lentamente, troppo lentamente, la palla batte prima sul palo e poi entra in porta. “Napoli Perugia” è, finalmente, vendicata, ma soprattutto Juventus Napoli ora è sul risultato di 1 a 1. La Juventus, inoltre, comincia a risentire la fatica della Coppa dei Campioni.
Passa solo un minuto e il Napoli batte un altro calcio d’angolo. Questa volta dalla destra. Lo batte Maradona. La palle viene toccata da Renica arriva a Bruno Giordano e Tacconi è battuto per la seconda volta. In due minuti la storia del Campionato viene totalmente riscritta. L’ennesimo scudetto che sembrava destinato ancora alla Juventus, vede improvvisamente, nella classifica virtuale, il sorpasso.
A sigillare la vittoria arriverà, poi, l’ininfluente gol di Volpecina (lievemente in fuorigioco). Quel che conta è il risultato: Juventus Napoli = 1 – 3.
Il Napoli non avrebbe più lasciato il primo posto e il 10 maggio 1987, a Firenze, avrebbe festeggiato il suo primo scudetto. La festa, però, era già cominciata il 9 novembre.
Anche io feci festa tutto il giorno… e dimenticai l’interrogazione di Matematica! Quel lunedì presi 4!
Amedeo Gargiulo
