Professione arbitro: chi è, cosa fa e quanto guadagna?

L’arbitro è una figura fondamentale nel mondo del calcio. Il suo ruolo è quello di garantire il regolare svolgimento della partita, prendendo decisioni su questioni come le infrazioni del regolamento, i falli, le sostituzioni e i tempi supplementari. L’arbitro è presente in campo durante tutta la partita e deve essere in grado di prendere decisioni rapide e giuste in situazioni di stress e di grande pressione.

Inoltre, deve essere in grado di comunicare efficacemente con i giocatori, gli allenatori e gli altri membri delle squadre. La professione di arbitro richiede grande preparazione fisica e mentale, oltre che una buona conoscenza del regolamento del calcio.

In questo articolo vedremo come si diventa arbitro e quanto si può arrivare a guadagnare ricoprendo questo ruolo.

Come diventare arbitro

Per diventare un arbitro di calcio, ci sono alcuni passi da seguire. Innanzitutto, è importante avere un’età compresa tra 14 e 16 anni, per poter iniziare a seguire i corsi arbitrali. Inoltre, è necessario avere un buono stato di salute e una buona forma fisica per poter affrontare le partite.

Una volta soddisfatti questi requisiti, è possibile iscriversi alle scuole arbitrali. Queste scuole sono organizzate dalle Federazioni calcistiche e offrono corsi di formazione per diventare arbitri. Durante i corsi, gli allievi imparano le regole del gioco, le tecniche arbitrali e le responsabilità dell’arbitro durante una partita.

Una volta terminati i corsi, gli allievi devono sostenere un esame per ottenere la certificazione ufficiale di arbitro. A questo punto, possono iniziare a dirigere partite nei campionati giovanili e nei tornei amatoriali.

Il lavoro dell’arbitro: caratteristiche e requisiti

Il lavoro di un arbitro di calcio è molto impegnativo sia fisicamente che mentalmente. L’arbitro ha il compito di gestire la partita, prendere decisioni importanti e garantire che le regole del gioco vengano rispettate. Durante la partita, l’arbitro deve essere sempre vigile e pronto a prendere decisioni in pochi secondi, spesso in situazioni di grande pressione.

Un arbitro deve essere in grado di gestire le emozioni dei giocatori e delle squadre, e di mantenere la calma in situazioni di tensione. Inoltre, l’arbitro deve essere in grado di gestire le comunicazioni con gli assistenti arbitrali, i giocatori e gli allenatori.

Fisicamente, un arbitro deve essere in forma per poter seguire i giocatori per tutta la durata della partita. Gli arbitri devono essere in grado di correre per 90 minuti e di mantenere la lucidità per prendere decisioni in modo rapido e preciso.

In generale, la professione di arbitro di calcio è molto gratificante, ma anche molto impegnativa.

Ma per coloro che amano il calcio e vogliono viverlo da una prospettiva unica, diventare un arbitro può essere una grande sfida e una grande opportunità.

Quanto guadagna un arbitro?

La retribuzione per gli arbitri di calcio varia a seconda del livello di competizione e dell’esperienza dell’arbitro.

Per esempio, gli arbitri che lavorano:

  • in serie A guadagnano una media di circa 50.000-60.000 euro all’anno
  • in serie B guadagnano in media 30.000-40.000 euro all’anno
  • in serie C e D guadagnano in media 20.000-30.000 euro all’anno
  • in competizioni giovanili e amatoriali guadagnano in media 5.000-10.000 euro all’anno

Oltre alla retribuzione, gli arbitri possono anche guadagnare soldi extra per gli spostamenti e le trasferte, nonché per la partecipazione a corsi di formazione e seminari. Inoltre, gli arbitri professionistici spesso hanno la possibilità di guadagnare soldi extra con sponsor e contratti di pubblicità.

Prospettive di carriera

Le prospettive di carriera per gli arbitri dipendono dalla loro esperienza e dalle loro prestazioni. Un arbitro può iniziare la carriera nelle categorie giovanili e poi progredire attraverso le categorie minori fino a raggiungere la massima serie. Ci sono anche opportunità per gli arbitri di lavorare a livello internazionale, come in competizioni UEFA e FIFA. Tuttavia, per raggiungere questi livelli, gli arbitri devono dimostrare di essere costantemente all’altezza delle aspettative e di avere la giusta formazione e preparazione.

Aspetti burocratici

Gli arbitri di calcio professionisti devono aprire una partita IVA perché vengono considerati lavoratori autonomi. Le pratiche di apertura della Partita IVA possono essere svolte autonomamente o con il supporto di un commercialista abilitato o un servizio di consulenza fiscale online come Fiscozen, che potrà gestire anche tutti gli obblighi legati al lavoro autonomo come la contabilità, l’invio della dichiarazione dei redditi e le scadenze per il pagamento di tasse e contributi.

Immagine di Freepik

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