Il Napoli vince la Coppa Uefa. La città di Napoli torna ad essere una capitale europea.

E finalmente il 17 maggio (del 1989) arrivò. Non fu facile aspettare la sera. I tifosi non erano abituati ad aspettare una finale così importante. Che fare? I fortunati che avevano un lavoro o che dovevano andare a scuola (erano gli ultimi giorni, qualcuno doveva preparare gli esami di maturità) potevano ingannare il tempo in qualche modo. E gli altri? Sicuramente trascorsero il tempo discutendo di calcio e di come l’allenatore olandese dello Stoccarda, Arie Hann avesse duramente contestato il calcio di rigore concesso al Napoli (in effetti un po’ discutibile) nella gara di andata e la successiva ammonizione di Guido Buchwald, nazionale tedesco, che comportò la sua squalifica per la finale di ritorno. I fortunatissimi che poterono affrontare un viaggio verso il Baden-Württemberg si unirono a tutti i napoletani già presenti in Germania.
Il clima doveva essere di tensione. Gli organi di stampa tedeschi avevano cercato di influenzare l’arbitro Victoriano Sanchez Arminio con un atteggiamento “poco tedesco”. Entrati in campo, o per i tifosi iniziato il collegamento su Rai Uno, si videro tante, tantissime bandiere azzurre. La sportività dei tifosi napoletani conquistò Stoccarda, prima che lo facessero Maradona e Careca.
La telecronaca era affidata, come per tutti gli eventi più importanti, a Bruno Pizzul.

Il giocatore più temuto dello Stoccarda, oltre che Gaudino che aveva già segnato all’andata con la complicità di Giuliani, era Jurgen Klinsmann (da pochi giorni acquistato dall’Inter), fortissimo soprattutto di testa.

Al 18′ le cose si mettono subito bene. Fallo di Katanec su Maradona non fischiato la palla va ad Alemão, che scambia con Careca, a questo punto Pizzul commenta con un memorabile “c’è un buco per Alemãoooo”, che avrebbe accompagnato i più bei ricordi dei tifosi napoletani. La palla, prima di entrare in rete, fa una traiettoria stranissima, sembrava stesse per andar fuori quando improvvisamente un rimbalzo fa deviare la palla verso destra e finisce per entrare in rete sfiorando il palo. Quel giorni tutti tifavano per il Napoli, anche gli eventi più straordinari!
La gioia sembra durare poco. Al 27′ proprio Klinsmann e proprio di testa colpisce un unon incolpevole Giuliani. Tutto da rifare, o quasi. Contando la partita di Napoli siamo ancora in vantaggio, ma un altro eventuale gol dello Stoccarda ci avrebbe costretto a giocare i tempi supplementari. La partita sembrava ricominciare daccapo.

I tifosi del Napoli ricominciano a pensare che forse la Coppa Uefa è troppo per loro. Si ricomincia a pensare che le cose si sarebbero guastate presto e l’incubo del campionato perso l’anno prima con il Milan torna a farsi vivo. Insomma la catastrofe sembra dietro l’angolo. Al 39′ però Maradona batte un calcio d’angolo, neanche troppo bene perché non raggiunge neanche l’area del portiere che è subito ribattuto. Un giocatore qualunque avrebbe stoppato la palla e rilanciata nell’area di rigore… un giocatore qualunque… non Maradona, che non fa neanche rimbalzare la palla e di testa la rilancia in mischia. Il più veloce è Ciro Ferrara, napoletano che con un destro imprendibile la mette nell’angolo sinistro. Ha segnato proprio Ciro Ferrara. E di colpo tutto sembra essere a favore del Napoli. Stiamo battendo i tedeschi in Germania e con noi c’è Maradona, il gioco più forte del Mondo, e Ciro Ferrara ha segnato. No questa sera non ci saranno delusioni. Questa sarà una sera di festa.

I quindici minuti dell’intervallo passano in fretta, neanche il tempo di capire cosa stia succedendo che i giocatori sono di nuovo in campo.
Al 62′ Maradona va in contropiede, ma è molto lento e viene subito ripreso. L’occasione sembra sfumata, ma lo raggiunge il febbricitante Careca che porta il Napoli sul 3 a 1 a Stoccarda. Pizzul esulta con un “è un trionfo” e poi “3 a 1 non ce ne è per nessuno”. La voce di Pizzul non è mai stata tanto amata come in quell’occasione. Mancano 38′ alla fine della partita e lo Stoccarda dovrebbe fare quattro gol. Come si fa a restare davanti alla televisione e a non scendere in strada?

Avete presente quando a Natale Babbo Natale vi porta un regalo? La gioia in quel momento è come quello che avreste provato se aveste incontrato Babbo Natale in persona che vi avesse detto: “Tieni. Qui c’è tutto quello che desideri!” In quel momento avreste gridato: “Babbo Natale non mi serve niente. Sono già felice di essere napoletano. I giocattoli portali agli altri, o sono felice così!”.

Poi De Napoli dà il peggio di sé con un autorete al 70′ ed un assist per Schmäler all’89’. In quel momento, però, la gioia è troppo grande. Non c’è tempo per arrabbiarsi con Rambo De Napoli. Ora bisogna festeggiare e di quella partita non cambiereste niente, niente, niente, niente!

Tutti si abbracciano. Molti piangono e anche io mentre scrivo questo articolo faccio fatica a trattenere le lacrime. Ottavio Bianchi, allenatore del Napoli, prende in fretta la via degli spogliatoi. Ognuno vive le gioia a modo suo.

La felicità che seguì quella partita la lascio immaginare. Immaginate di aver cullato un sogno per tanti anni, e all’improvviso quel sogno si realizza… Qualcuno dirà che non serve pensare ai trionfi di un tempo. Io, invece, penso che se non ricordiamo ciò che ci rende orgogliosi di essere napoletano allora tanto vale non ricordare niente!

Il Napoli vince la Coppa Uefa. La città di Napoli torna ad essere una capitale europea.

Amedeo Gargiulo

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Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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