Napoli-Inter finisce 3-1. Partita spaccata in due: equilibrio iniziale, poi l’episodio del rigore che cambia l’inerzia e accende le proteste dell’Inter. Nel finale il Napoli prende campo, chiude la partita e si porta il risultato. A fine gara, Giuseppe Marotta interviene per chiarire la posizione del club, soprattutto sul rigore fischiato dopo il contatto fra Di Lorenzo e Mkhitaryan.
Un rigore che forse non è chiaro al 100% da parte vostra. Entrambi i giocatori coinvolti, tra l’altro, sono usciti infortunati. Mkhitaryan è uscito dopo quel contatto con Di Lorenzo. Qual è il vostro punto di vista?
“La mia presenza è semplicemente un contributo che voglio dare al sistema, al movimento calcistico, perché faccio anch’io un po’ di confusione e non riesco a capire. Al di là del fatto che il Napoli ha legittimato la vittoria, credo soprattutto negli ultimi 20 minuti, per il resto l’episodio del rigore è stato determinante nel portare la partita in equilibrio e poi a girarla. Onestamente nasce da una valutazione dell’assistente: una volta interviene il VAR, un’altra volta interviene l’assistente. L’arbitro, come avete visto, non aveva fischiato ed era ben appostato. Meglio di lui lì non c’era nessuno. Dopo sei, dieci secondi arriva il fischio del rigore perché è intervenuto l’assistente. Credo che proprio questa dinamica avrebbe richiesto l’intervento del VAR, che in questo caso non poteva intervenire, ma le immagini avrebbero dato molta chiarezza. Da lì la partita ha preso una svolta particolare. Poi ho detto: il Napoli ha legittimato la vittoria nell’ultima mezz’ora. I nostri giocatori hanno dato il massimo e onore ai vincitori”.
Il vostro stato d’animo rivedendo questo episodio, che immagino abbiate già visto, rivisto, analizzato, riletto e contro-riletto, qual è?
“Il nostro stato d’animo è quello che ho detto. La vittoria del Napoli è scaturita principalmente da questo elemento, secondo me. È chiaro che poi loro l’hanno legittimata vincendo 3-1: quando vinci 3-1 non è che ci sia molto da discutere. Però, se torniamo sulle dinamiche che hanno portato al calcio di rigore, è come se fosse una valutazione a sé stante. Cioè: indipendentemente dalla lettura della partita, io sto facendo una valutazione di quello che è avvenuto in campo. E sto ragionando anche su quello che Rocchi ha detto più volte: basta coi “rigorini”. Io non so, valutate voi. Io ho potuto semplicemente leggere commenti di autorevoli giornalisti. Il vostro stesso Marelli ha detto che non era rigore. Quindi è normale che io pensi: intervengo o non intervengo? Io non faccio altro che dare un contributo e dire: cerchiamo chiarezza, una volta per tutte, su cosa vuol dire “rigorino” e soprattutto quali strumenti usare. Io sono per la centralità dell’arbitro. Ma se subentra un assistente che ha un’ottica molto più riduttiva rispetto a quella dell’arbitro, l’arbitro non può farsi condizionare così facilmente”.
Conoscendo i tuoi ragazzi — e chi meglio di te li conosce — li hai percepiti particolarmente nervosi dopo quel rigore? È effettivamente l’episodio che ha cambiato la testa dei giocatori dell’Inter in campo?
“Devo dire di sì. Durante l’intervallo io ero lì quando sono entrati negli spogliatoi, e chiaramente quel rigore ha creato amarezza e incazzatura. È evidente che il condizionamento c’è stato. Poi il Napoli avrebbe potuto vincere lo stesso, nessuno lo mette in discussione. Ma io mi riferisco — e lo dico ancora — alla cronologia della partita e alla decisione presa dall’arbitro, e a come è stata originata”.
Nervosismo. C’è stato anche quell’episodio tra Conte e Lautaro in campo. C’era dell’irrisolto secondo te tra i due?
“No, assolutamente. Sono dinamiche da campo. Non so se si siano chiariti o meno, ma sono dinamiche che, ripeto, se ne vedono tante.”
Fonte foto in evidenza — Archivio —
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