NAPOLI – L’«altro» mercato vale, eccome: perché sono soldi (reali, mica virtuali) da far entrare e stipendi da tagliare e dunque un bilancio da ossequiare. L’«altro» mercato è noto e da un bel po’, dall’estate scorsa, forse persino da prima, perché di Camilo Zuniga il Napoli non ha potuto «godere»: l’ha allenato, in pratica, per la Nazionale, il Mondiale un’estate e la Coppa America successivamente, ed in mezzo uno stipendio (tasse comprese, che pagano le società) di sei milioni e mezzo di euro.
SI PARTE – L’«altro» mercato riguarda innanzitutto Zuniga e con lui De Guzman, ormai i desparecidos del Napoli, sono lì ma non vengono utilizzati, né campionato e né Europa League, niente di niente, perché ormai sono fuori dai giochi: il colombiano si è tirato fuori intrufolandosi in un braccio di ferro ad oltranza, rimanendo ai margini del Napoli troppo a lungo, riemergendo puntualmente a stagione conclusa; e l’olandese ha rotto invece all’ultimo mercato, rifiutando la cessione, poi avviando un contenzioso tra certificati medici e dispute che hanno prodotto la rottura ormai definitiva.
SI RICOMINCIA – La riduzione dell’organico, per il momento, riguarda soltanto il fludificante ed il centrocampista, il resto lo farà il mercato con le sue variabili impazzite ed anche imprevedibili: Henrique, che non ha mai giocato, che non è nella lista Uefa, che gode della considerazione di Sarri e di Giuntoli, potrebbe anche rimanere. Ha avuto modo di assimilare ciò che gli chiede l’allenatore, ha sempre seriamente interpretato il proprio ruolo da «alternativa», è legato agli sviluppi del futuro: se Rugani o Maksimovic o un centrale dovessero diventare ipotesi praticabili, allora sì che si potrebbe riattivare il dialogo con il Sud America, precisamente con il Brasile, dove Henrique ha estimatori.
Fonte: Il Corriere dello Sport