Corbo: “Basta dubbi, dopo la Juve c’è solo il Napoli! Adesso Sarri e squadra devono assumersi una seria responsabilità”

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Antonio Corbo scrive sul momento del Napoli nel suo editoriale per Repubblica, il Graffio

Allenatore e squadra devono assumersi una seria responsabilità in questo campionato mai così modesto. Dopo la Juve c’è solo il Napoli. Basta dubbi, i tifosi credo non vogliano più sentir parlare di giovani che esplodono chissà quando. Rileggete i nomi che erano in panchina a Palermo. Mertens, Maximovic, Allan. Diawara, Rog, Hysaj. Il futuro è già qui.

Europa o campionato? Da Kiev il Napoli domani rientra nel circuito Champions, è la settima avventura europea della gestione De Laurentiis. Può finalmente vantarsi: non sceglie l’obiettivo. Con l’italianista Mazzarri scaricava le riserve sull’Europa League, con l’europeista Benitez si misurò in un fantastico e sfortunato girone di Champions con Arsenal e Bayern. Stavolta può giocare da Napoli su due fronti. Farà onore al ranking Uefa: 17esimo in Europa, secondo in Italia solo alla Juve quinta.

La qualità delle alternative sottrae Sarri agli incerti turnover, mai così forte è stato il centrocampo, con sei mediani di sicuro valore. Proprio il valore della squadra, priva di Higuain ma rafforzata con 112,5 milioni, dissolve gli equivoci. Vanno chiariti anche alla luce della vittoria di Palermo, con le due prudenti interviste di Maurizio Sarri. Prima della partita ha esagerato nei dubbi. «Non sappiamo se saremo competitivi, la squadra ha molti giovani, è certo solo che si avranno risultati importanti negli anni successivi». Qualcuno dalla cabina di regia del club gli avrà fatto notate le reazioni di stupore, molti hanno intravisto la delusione di Sarri: sperava nell’arrivo di Morata o Icardi? Ma Milik, 30 milioni, non l’ha voluto lui? Si può sopravvivere alla fuga di Higuain?

Sabato sera è apparso in tv per una imprevista serie di chiarimenti: ha ammesso che gli acquisti sono di spessore, ha insinuato che l’intervista era stata forse strumentalizzata, ma ha ribadito che l’età verde di molti consente solo in futuro risultati importanti. Sarà. Che tutti si nascondano, fa tendenza: in Italia è il gioco preferito da bambini e allenatori di calcio. Ma su Sarri convergono due fasci di luce. Il primo illumina i pregi del tecnico, anche quest’anno presenta una squadra effervescente, con correttivi interessanti come la posizione degli eterni non più larghi sulle linee laterali, ma più accentrati. Questo consente a Insigne o Mertens (sinistra) e a Callejon (destra) di liberarsi dal controllo stretto dei difensori laterali, di inserirsi in zone nevralgiche per gli assist, di lasciare spazi liberi per le scorrerie in profondità di Ghoulam e Hysaj, assente a Palermo per la faticosa vittoria con l’Albania sulla Macedonia. L’impianto funziona, Callejon sgobba meno nei rientri ed è lucido in zona tiro, seguendo sul contro-lato a destra quanto produce la catena di sinistra. Il secondo fascio di luce segnala invece l’eccessivo pessimismo di Sarri. Poteva parlare prima, dire che preferiva «giocatori fatti» come definisce gli acquisti della Juventus e non i «giovani di prospettiva» scelti per lui.

Ma si può essere così enigmatici? In una A di mediocrità diffusa, con la Roma salvata da un altro rigore dubbio dopo la lezione subita dalla Samp di Giampaolo, con le milanesi da rivalutare, è giustificata solo la leadership della Juve. Logica pone però il Napoli come unico sfidante dei campioni, quindi seconda forza del campionato. La qualificazione Champions ha scatenato i giocatori nella brutale richiesta di aumenti, pur avendo contratti firmati. Il monte ingaggi toccherà gli 80 milioni, calcolando i ritocchi prossimi, in A 11 club pagano sotto i 30. Hamsik ne prende 4,5. Mica poco. Le cifre inchiodano tutti al massimo impegno. Ripetere almeno il secondo posto non è miracolo né sogno, ma un dovere da compiere.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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