Corbo: “Cuore Napoli, dopo l’intervallo un’altra partita. Allan, Callejon e Koulibaly straordinari combattenti”

Corbo sul Napoli

Antonio Corbo commenta il pari del Napoli contro il Psg nel suo editoriale per Repubblica ‘Il Graffio’:

“La vittoria della Stella Rossa sul Liverpool scombina anche la serata di Napoli e Paris Saint Germain. L’attesa si consuma tra calcoli e ipotesi di classifica, hanno pensieri confusi anche i 50mila finalmente tornati in forze a Fuorigrotta.

Non solo per fischiare l’ex juventino giubilato dalla squadra dei suoi scudetti ma ancora forte, l’irriducibile e indisponente Buffon. Anche per rivedere l’amico Cavani, che non fa trasparire la la nostalgia della città perduta. Ricordano il Napoli impetuoso del trionfale pareggio in Francia, ma devono aver pazienza per un tempo con il gol di Bernat e attendere l’inizio del secondo per riconoscerlo.

Sembra diverso il Psg, non è più la squadra di grandi giocatori che sembravano autogestirsi mancando un’idea credibile di gioco collettivo, una identità, la coesione tattica. Il tedesco Tuchel prepara un solido 3-4-2-1, con difesa a tre guidata da Thiago Silva al centro fra Marquinos e Kehrer. Tre per Insigne e Mertens, forse troppi, con Meunier e Bernat esterni.

Il Napoli può imporre quindi una superiorità numerica al centro, non vi riesce perché lì solo Allan svetta pur dovendo incrociare spesso Neymar, Hamsik è sbiadito all’inizio e sarebbe ora di non distrarlo con tutti i record da inseguire, Fabian Ruiz non incide, si limita ad osservare il non invincibile Di Maria. Al centro, domina Verratti che più di Draxler si collega con il terzetto d’attacco.

La prima punta Mbappé che finisce per sottomettersi ad un gigantesco Koulibaly, scortato da Neymar e Di Maria, ma solo il primo conferma tutto il suo talento. Mbappè ha tuttavia il merito di girare e rigirare a sinistra sul fondo (come Ronaldo con Hysaj a Torino) per mettere al centro la palla del gol di Bernat.

L’intervallo rivoluziona per fortuna la partita. Ne comincia finalmente un’altra. Ed il Napoli fa quello che deve: spostare gli esterni in avanti, alzare il ritmo, mostrare le facce feroci dei suoi giocatori, un po’ timidi in avvio e soddisfatti del solo contenere il Psg. Ancelotti si sarà fatto sentire. Aspetta il pareggio per la prima mossa, vuole prima il pari che possa premiare e concludere la veemente reazione del Napoli, la sua ribellione accorata allo svantaggio.

Il rigore punisce il Psg che schiaccia tra due pinze Callejon, soffocato da Buffon e Thiago Silva. Ai tifosi del Napoli non sfugge Buffon che saltella e fa le smorfie per distrarre Insigne, simula acide risate che gli tornano in gola quando il fantasista di Frattamaggiore indovina l’angolino basso alla destra dell’ex portiere juventino.

Sistemati i conti, un 1-1 indiscutibile, Ancelotti può cercare idee nuove. Zielinski al posto di un deludente Fabian Ruiz, ma Tuchel alza la posta. Infila Cavani al posto di Di Maria, talentuoso ma con quella sua aria di sufficienza che il Psg ora non tollera, perché il Napoli ha ribaltato ormai rapporti di forza.

È il momento dei duri: c’è Cavani, meglio sostituire Maksimovic con il ruvido Hysaj. L’infortunio di Mertens porta in campo Ounas che cerca la profondità, e completa la fantastica ripresa di straordinari combattenti, come Koulibaly, Callejon, Allan, senza dimenticare Insigne. Rischia il secondo giallo Neymar, l’arbitro non se la sente, rien va plus, va bene così, avanti Napoli, che cuore ha il Napoli”.