Corbo: “Napoli, eliminazione amara e ingiusta come una beffa. Allarme Higuain, c’è qualcosa che non va intorno a lui”

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Antonio Corbo scrive su Napoli-Villarreal nella sua rubrica per Rupubblica, il graffio

L’eliminazione è amara e ingiusta come una beffa. Bisogna valutarla però con serenità. Nel tempo si capirà che questa squadra, senza adeguati ricambi, non poteva lottare per lo scudetto e in Europa. Resta il campionato. Solo il campionato. Coraggio. Chi ha esperienza di calcio internazionale sa che l’1-0 all’andata in trasferta è un risultato perfido. Il Villarreal lo dimostra. In Spagna è stata compromessa la doppia sfida. Tra i commenti televisivi di Sky onore a Del Piero. Competenza e garbo. Complimenti anche ai tifosi che hanno applaudito: segno di un clima interessante intorno alla squadra ed a Sarri.

L’ordine di lasciare l’Europa arriva dall’alto, scritto nell’ambiguo messaggio di un tiro non tiro, un cross che non è un cross, ma che voleva fare Pina? Segna intanto il gol che vale gli ottavi. Il Villarreal lo cerca e lo trova proprio nella migliore fase di un Napoli che esce tuttavia tra gli applausi, dopo una serata di coraggio e fatica. Non si esagera se si pensa alla beffa.

Più smaliziati, gli spagnoli conoscono le segrete vie del calcio europeo. Non difendono l’1-0 dell’andata, ma cercano subito il gol che in trasferta vale doppio. Ci pensa Reina, a negarlo sulle prime, per posizione e tempismo allungando la manona destra sul tiro di Bakambu, gigante d’ebano. Deve rassegnarsi Marcelino, il minuto allenatore in abito scuro, perché ricomincia un’altra partita. Quel brivido dà la scossa al Napoli rinnovato con corretto turn-over, 5 su 11, Il suo capitano si libera dei torpori iniziali, all’improvviso, con un destro di plastica bellezza, un gol da mostrare mille volte nei settori giovanili.

Ci voleva, una squadra che aveva segnato appena un gol nelle ultime tre si rimette finalmente sugli schemi. La squadra eleva il ritmo, guadagna campo, comprime il Villarreal poggiato su un solido 4-4-2, con Soriano punto di forza. Sarri tenta di sorprendere sulle corsie esterne. Rinunciando a Callejon, schiera insieme Insigne e Mertens. Evidenti i disagi: è risaputo che non possano coesistere, ma il mercato non ha dato un valido esterno di ricambio per Callejon. Quindi: Mertens dopo poco va a sinistra, Insigne si rassegna a destra dove non riesce a girare sul piede migliore, deve fermarsi e passare dietro. Non inverte l’azione. Anomalia che sa mascherare con sacrificio, arretra e contrasta, come usa Callejon, o quando dalla sua zona crea pressione. Dalla destra conclude male anche una buona azione, lì proprio non ci sa stare.

Non solo gli squilibri, c’è qualcosa che non va intorno a Higuain. Caricato da Sarri di una decisione ingrata, decidere se giocare o no, il bomber sembra calato da un paracadute su una squadra che vive in una strana crisi di rigetto. Non riconosce i meccanismi offensivi, senza Callejon? Di certo non si riconosce lui, è un periodaccio, e non lo nascondono le sue smorfie. Si fa notare solo quando protesta con l’arbitro, una volta ha anche ragione, quando il tedesco Aytekin vede ma perdona il pugno di Pina per respingere un tiro di Mertens.

Nel finale la ormai solita e inutile giostra delle sostituzioni, per schiodare una squadra compassata ma esperta. L’inserimento di Gabbiadini alla fine è un classico. Non si può tacere sul mercato. Non solo la prudenza negli acquisti. Sembra sia mancata la competenza di chi doveva garantirla. Che senso ha rifiutare grosse offerte per Gabbiadini a gennaio se non entra nel progetto Napoli anche quando Callejon ha la sua barca in rimessaggio? Un sostituto di valore va confermato se nel corso dell’anno può essere una variante tattica. C’è tempo per un dibattito. Giusto che Sarri non solleciti acquisti, è il suo stile. Autolesionistico invece che il direttore sportivo non consulti l’allenatore per capire chi gli manchi e chi sia superfluo.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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