Corbo: “Napoli, tre giocatori troppo stanchi. A Insigne critiche ingiuste, ma quel gesto…”

Corbo sul Napoli

Antonio Corbo scrive sulla vittoria del Napoli contro il Chievo nel suo editoriale per Repubblica ‘Il Graffio’

“Il Napoli afferra una vittoria che sembrava ormai impossibile. È fondamentale non solo perché lo rimette a 4 punti da una scombinata Juve. Ma pone Sarri dinanzi ad una nuova realtà: così com’è, stremata nei tre attaccanti, confusa nella costruzione, ripetitiva e lenta, questa squadra non può prescindere da Milik e da un nuovo modulo. Tutti riconoscono il Napoli e sanno come esorcizzarlo, solo il Napoli non riconosce i suoi limiti attuali: è usurato da un campionato fantastico, chiede troppo ai pochi titolari.

Il colpo di teatro che in due minuti ribalta una sconfitta traumatica dà però lo slancio per credere nello scudetto. Sarà un caso, ma i gol della svolta portano nomi significativi. Milik era ancora in panchina dopo il felice rientro con il Sassuolo, Diawara sostituiva invece Jorginho squalificato, il centrale che molti avversari hanno imparato a bloccare.
Conviene riflettere.

Nel 4-3-3, Jorginho sempre marcato da un attaccante fatica a costruire. Ovvia è la supplenza di Koulibaly. Gli avversari sanno anche questo, e Giaccherini che lo ricorda bene balza fulmineo su Tonelli per intercettare una proposta di Koulibaly. Ancora ieri Meggiorini vaga intorno a Diawara e Inglese controlla il gigante d’ebano. Ne deriva il gol di Stepinski, servito da Giaccherini in chiara fase di contrattacco.

È passata un’ora e sul Napoli sembra calare il buio, sono appena entrati Milik e Zielinski, il primo al posto di Hamsik l’altro di Allan, un mediano che sosteneva il Napoli nei bei tempi e stavolta si flette come un giunco nel confronto con Rigoni. L’uscita ennesima di Hamsik non condanna il capitano, anzi sorprende perché segue di un attimo una brillante azione con dribbling e tiro. Ma si rivela felice per due motivi. Crea le premesse per l’ingresso di Milik ed il nuovo modulo: dal 4-3-3 al 4-2-3-1 con Diawara e Zielinski coppia di mediani, con Callejon, Mertens e Insigne, il terzetto che fa da base operativa alla spalle di Milik. Lascia poi in campo un Diawara inutile, ma che risulterà decisivo.

Solo un giocatore freddo e intuitivo può farsi trovare nell’unico spazio di luce in area davanti alla folla di compagni e rivali. Può infatti gestire a palla scoperta la deviazione di Milik, stop e tiro mirato per il successo più esaltante. I deliri di una vittoria a quel punto insperata non cancellano rilievi e momenti critici. I tre attaccanti bassi sono allo stremo. Con Callejon sulla fascia destra si è allungata l’erba e sono spuntate le rose, tutto si svolge a sinistra dove Rui è costruttivo, ma Insigne è lento, impreciso, testardo in tiri improbabili. Ha il torto di reagire ai fischi, ma sono ingrati anche i tifosi che contestano un giocatore di fedeltà indiscussa, tuttavia esausto dopo aver coperto quest’anno fino a 70 metri di fascia, con resistenza e vigore superiori alle risorse fisiche.

È in asfissia anche Mertens, si rianima quando cambia posizione: arretra e migliora con l’ingresso di Milik. Lo stesso Mertens non solo sbaglia un rigore, ma non morde più, il tigrotto ha perso unghie, scatto, tiro. È respinto il rigore che si procura, ma l’arbitro evita il secondo giallo e l’espulsione a Depaoli, Niente favori al Napoli, vero arbitri? Tutto converge su Milik (con lui un gol e tre colpi di testa) e sul nuovo modulo”.