Corbo: “Nella giustizia sportiva al ridicolo non c’è mai fine. Ecco cosa dovrebbe fare il Napoli…”

Di seguito l’editoriale del giornalista napoletano Antonio Corbo scritto per Repubblica in merito alle squalifiche comminate al Napoli dopo la sfida del Tardini.

La squalifica a Benitez non può essere commentata. Non sarebbe né facile né difficile cogliere la profonda e maleodorante verità nell’affermazione “questo è il calcio italiano di merda.” Sarebbe solo inutile. Non è stato fatto nulla dal giudice sportivo Tosel per smentire Benitez e dimostrare il contrario. Né poteva, perché un giudice non può gettare nel cestino il rapporto che gli arriva da inviati federali. Non c’è traccia nel diritto penale né in quello sportivo di una esimente: eccesso di ridicolo. Forse è anche giusto. Con sofferenza devo rilevare che nella giustizia sportiva al ridicolo non c’è mai fine. Si può sempre temere il peggio o il meglio da questi detective che in un Roma-Napoli di fine agosto di qualche anno fa scrissero il verbale sulla spedizione di tifosi dopo aver sentito la televisione che a sua volta aveva preso per buona una informativa di Trenitalia. Bastò ad un modesto cronista fare il suo lavoro per scoprire che:
1) la carrozza 4, descritta come un relitto di bombardamenti, era stranamente sparita, quindi irrilevabili i danni;
2) che il detective sportivo, un simpatico personaggio reso credibile dalla sua omonimia con il cugino generale della finanza, era nei giorni feriali un rispattabile chirurgo in un ospedale romano, e la domenica solo un influenzabile e non credibile Maigret degli stadi.
Quella volta fu facile salvare l’onore degli Ultras di Napoli, con l’immediata conferma di una accurata inchiesta del pm Antonello Ardituro. Questi scatenati Maigret della domenica sono andati a raccattare una frase, un sospiro di un allenatore sconfitto per portare in pubblico parole di rammarico borbottate nella solitudine disperata che accompagnava Benitez verso gli spogliatoi. Chi l’ha sentito oltre loro? Parlerei di violazione della privacy, se non temessi di ripetere un caso conclamato di “eccesso doloso di ridicolo”. Non c’è sanzione, ovvio, per Donadoni che copre nel girotondo delle tv il Napoli di fango o altra roba color cioccolato, rivelando quanto non aveva visto né sentito. Che il Napoli avrebbe preteso una morbida opposizione, una resa. Il Napoli è uscito malconcio in tv e su tutti i giornali del lunedì. Donadoni non ha chiesto scusa, ha solo tentato il più subdolo dei dietrofront. . Niente paurla, gli inquirenti federali non segjuono giornali né tv, si limitano ad intercettare le frasi di un allenatore straniero sul calcio italiano.
Non mi resta che rilanciare una idea, troppe volte inascoltata. Il Napoli non può difendersi con tweet o allusioni estemporanee su Platini. A luglio, a gioco fermo, organizzi un convegno con giuristi, intellettuali e altri personaggi qualificati, oltre che indipendenti. Tema: . Coinvolga altri club, vediamo da quale parte stanno. Lanci poi il tema sul web per aprire un dibattito: raccontateci tutto quello che non va nel calcio di Tavecchio, Lotito e Galliani. Bisogna creare un movimento di opinione. Rigenerare subito con il profumo delle intelligenze, delle menti limpide, questo calcio che puzza di cattivo cioccolato. Sono questi gli striscioni che gli Ultras onesti e colti dovrebbero esporre, i massaggi da mandare, piuttosto che insultarsi gli uni con gli altri. Si rassegnino altrimenti. Saranno sempre i clienti indifesi di un calcio che affida la giustizia interna ai Maigret della domenica. Quelli che purtroppo riacquistano e solo per pochi attimi il dono dell’udito, mai quello della decenza.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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