Corbo: “Se un giocatore interessa al Napoli abbiamo 2 garanzie: cambierà città e non sarà Napoli…”

Antonio Corbo scrive sui numerosi rifiuti ricevuti dal Napoli sul mercato nel suo editoriale per Repubblica, il Graffio

Il Napoli ha perso anche il 27enne Gianluca Lapadula, attaccante con carriera oscura, torinese figlio di un barese e di una peruviana, che si è presentato a Milano per le visite mediche con le solite frasi dolciastre, potete immaginare la fluviale banalità delle altre. Una società non può tollerare un altro infortunio. Tratta Lapadula da molto tempo, e giovedì il presidente del Pescara confermava ancora l’accordo con il Napoli. Lapadula aveva già fatto invece la prenotazione per andare a Milano. Possibile che anche Ottaiani prenda il giro il Napoli o una radio napoletana?

I miei dubbi ricadono nell’ovvio. Provo ad elencarli. Il presidente Aurelio De Laurentiis e l’amministratore delegato Andrea Chiavelli, i soli che decidano gli acquisti, dovrebbero guardarsi intorno. E capire. Il Napoli è accerchiato da oscure manovre? Qualcuno tenta da Torino e Milano di fermarlo? Il tandem dirigenziale non gode di buona stampa tra i procuratori? Ancora prima che sia individuato il motivo di tanti, troppi rifiuti sarebbe opportuno che De Laurentiis e Chiavelli dicessero se davvero avevano puntato su Lapadula, come su André Gomes, Kramer, Vrsaljko, Klaassen, Herrera e qualche altro giocatore riconducibile alle ultime voci di mercato. Di certo c’è poco. Magari paradossale. Il Napoli si rivela come la migliore agenzia del mercato. Appena tratta un giocatore, quel nome sta per mesi sui giornali e in tv, finché non arriva qualcuno a prenderlo. Essere trattato dal Napoli dà due garanzie. 1) cambierà città. 2) Il nuovo club non sarà il Napoli ma un altro club, felice di soffiarlo alla squadra rivelazione del campionato.

La strategia (trattare tutti e perdere tutti) ha comunque un vantaggio. Fa sognare i tifosi per almeno un mese. La delusione sarà mitigata dalla prossima notizia di mercato, ce n’è sempre una nuova. Ma si può sognare per Lapadula? L’altra sera ero sul palco di Nola, alla Festa dei Gigli. Con Enrico Fedele, maestro di festa nel suo quartiere con un Giglio monumentale, Toni Iavarone e Francesco Montervino. Molto divertente e bravo Lino D’Angiò. Su Lapadula ha detto Montervino al pubblico: Ha ragione Montervino, qua la mano. Giusti gli applausi di Nola. C’era una volta un capitano, c’era una volta il Napoli. Un giorno o l’altro sentirò parlare De Laurentiis e Chiavelli come Montervino? Con lo stesso orgoglio e lo stesso spirito di bandiera?

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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