CorrSera – Juventus prigioniera di rapporti poco chiari con tipi loschi: per Agnelli sarà un estate calda…

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Inchiesta ‘Ndrangheta-Juve, il collega Alessandro Bocci fa chiarezza sulle pagine del Corriere della Sera

Andrea Agnelli è furioso non tanto per il deferimento, che aveva messo in preventivo, quanto per il tono dell’attacco di Giuseppe Pecoraro, il capo della Procura federale. Il processo sportivo avrà toni accesi e sarà più complesso di quanto immaginavano i bianconeri. Nelle venti pagine dell’atto di accusa al presidente della Juventus, Pecoraro ribalta l’inchiesta penale. Secondo l’ex prefetto di Roma, diventato famoso tra i calciofili per aver trattato con Genni ‘a carogna e aver fatto giocare la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli nel maggio 2014, Agnelli non impediva «a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juve di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i gruppi ultrà anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito».

Il nocciolo della storia è tutto qui. Un conto è andare a processo, insieme all’ex capo del marketing Calvo (ora al Barcellona), del responsabile del botteghino Merulla e del capo della sicurezza D’Angelo, per aver ceduto biglietti agli ultrà, magari con l’intento di mantenere la pace nelle curve. Un altro è essere accusati di avere rapporti con malavitosi. Sia chiaro che neppure la prima accusa è irrilevante. Ed è triste notare come anche la Juventus, considerata un modello di organizzazione, possa finire prigioniera di rapporti poco chiari con tipi loschi che sostituiscono la passione con interessi economici. Bagarini, più che tifosi. Agnelli dovrebbe essere il primo a pretendere chiarezza. Di sicuro qualcosa di poco chiaro succede nella curva dello Stadium.

La storia è destinata a fare rumore. Il processo penale, che sta per cominciare a Torino, non ha nella Juve indagati ma solo testimoni. Ma la giustizia sportiva si basa su principi diversi. I deferiti rischiano un’inibizione per violazione dell’articolo 12, anche se adesso è difficile stabilire quanto lunga, oltre a una forte ammenda. Di sicuro questa storiaccia potrebbe complicare la nuova pax raggiunta tra Juventus e Federcalcio. Agnelli era stato il primo nemico di Tavecchio dopo il Mondiale brasiliano e ora è stato uno dei primi sostenitori della sua rielezione. Ma al tempo stesso è impensabile immaginare un intervento del presidente neo eletto. La procura Federale ha una sua autonomia e Tavecchio, peraltro in questi giorni lontano dalla scena pubblica per qualche problemino di salute che sta risolvendo, non deve e non vuole intervenire.