De Laurentiis a Radio 24: “Il calcio italiano è rimasto alla mentalità di 30 anni fa. Infront racconta bugie. Mertens? Sono rimasto basito”

De Laurentiis Fake Bari

Intervista integrale di Aurelio De Laurentiis a Radio 24

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è intervenuto telefonicamente a Radio 24. Il patron ha risposto a domande su politica, spettacolo e, naturalmente, ha parlato di calcio. Ecco quanto rilevato: Sistema calcio in crisi? Non è in crisi, sono in crisi gli uomini che conducono le danze dell’industria calcio. Lo conducono ancora con la mentalità di 20-30 anni fa che, purtroppo, non paga più. Siamo di fronte a un Europa diversa calcisticamente parlando. Nel 1986 le squadre in serie A erano 16 e poi, non si sa per quale motivo, sono diventate 20. Se fossero ancora 16 con una sola retrocessione sarebbero tutti più felici e più competitivi. Io ritoccherei il numero delle squadre partecipanti al campionato. Noi abbiamo Infront che racconta bugie che vanno bene alle piccole società di calcio, ma non a quelle che vorrebbero un calcio competitivo. Per fare un calcio competitivo ci vogliono dei grossi calciatori e nell’ultimo mercato sono stati spesi centinaia di milioni per dei signori calciatori. Prima quando spendevi 40-50- 60 milioni per un atleta sembrava che avessi fatto una grandissima operazione. Ora è diventato una follia. Tutto ciò rappresenta un problema per il calcio italiano che è molto indietro. In Spagna, per esempio, hanno un Amministratore Delegato che in 3 anni ha risanato il calcio spagnolo. Se loro per l’estero prendono 700 milioni, non capisco perchè noi ci dobbiamo accontentare di 300-400 milioni. De Siervo (Infront, ndr) con il suo modo di fare può accontentare i piccoli club che hanno paura di non poter arrivare alla fine del mese. Il vero problema è capire la distinzione tra Economico e Finanziario. Per poter pagare il finanziario delle piccole squadre dobbiamo rinunciare all’economico accontentandoci di qualunque discorso. Le vendite si fanno oggi per i prossimi tre anni e vendere il calcio italiano in quel modo è da folli. Ma perchè dopo Bogarelli, che era un illuminato, devo avere un De Siervo che non mi sembra abbia fatto grandi cose col calcio quando era alla Rai. De Siervo dovrebbe essere un semplice Advisor al quale dovremmo affiancare uno dei nostri scelto di comune accordo. In tal modo, dovrebbe fare solo delle trattative che però non dovrebbero essere al di sotto del calcio spagnolo. Alla fine in Spagna hanno il Real Madrid, l’Atletico Madrid e il Barcellona. Noi abbiamo la Juventus, il Napoli, la Roma, l’Inter, il Milan, la Lazio e la Fiorentina. Il problema è che poi ci ritroviamo in serie A squadre che schierano calciatori di serie B. Ho parlato varie volte con il presidente Tavecchio, ma fa finta di non capire dovendo mantenere il suo posto e la sua poltrona. Insieme alla Uefa dovremmo stabilire come fare per rimodulare un calcio che accontenti tutti quanti. Il gol di Mertens contro la Lazio? Non me l’aspettavo, ho visto che si girava e poi ho visto questa palla entrare nell’angolo della porta. Sono rimasto basito, incantato. Regalo a Mertens? Lo ha già fatto lui a noi e sarebbe una cafonata rispondere a regalo con regalo (ride, ndr). Scaramanzia? Se viene a casa mia vedrà che ho una teca piena di corni che conservo gelosamente. Si dice che non vadano fatti vedere altrimenti si scaricano, invece, a me piace farli vedere per caricarli dell’invidia altrui.”