Forse non c’è cosa peggiore della noncuranza, sopratutto quando le accuse sono gravi e non si hanno argomentazioni per discolparsi. E le accuse, tuonate dal Presidente Aurelio De Laurentiis nel ventre del San Paolo nel post gara d’andata contro il Dnipro, sono delle frustate. E’ praticamente sotto gli occhi dell’Europa intera che se il 24 maggio il Napoli non sarà a Varsavia, è anche molto merito (o demerito vista la prestazione) dei due sciagurati arbitraggi del norvegese Moen prima e del serbo Mazic poi.
Nel frattempo, però, Pierluigi Collina non si è ancora degnato di dare al Napoli una spiegazione al suo possibile conflitto d’interessi. Lui che contemporaneamente, come sottolineato da Repubblica, svolge il ruolo di designatore degli arbitri per la Uefa e supervisore (tramite anche Luciano Luci, suo “fedelissimo”) della Federcalcio ucraina. L’ex arbitro italiano, tra le altre cose, si è occupato sin dagli inizi del suo mandato (2010) del sistema di monitoraggio degli arbitri e della creazione di un programma di formazione per i direttori di gara sotto l’egida della stessa Federazione. Un conflitto di interessi che ancora non è chiaro. Una “concessione”, comunque, firmata “Le Roi” Platini, presidente dell’Uefa. Luci, tra l’altro, è stato nominato commissario Uefa su proposta del “Tavecchio ucraino”, Gregory Surkis.
Massimo Avino
Dnipro-Napoli: Collina scappa e non spiega il conflitto di interessi
fonte: corrieredellosport