I Top&Flop di Torino-Napoli

Napoli

Ancora una volta si compie l’odiata metamorfosi che tramuta il Napoli famelico e spietato di Coppa nel mansueto agnellino che in Campionato affronta timoroso le squadre avversarie. Ancora una volta gli azzurri regalano almeno un tempo e faticano a ritrovare la fame giusta per saziare la voglia di secondo posto. Sebbene Rafa Benitez provi a centellinare le energie per evitare il calo fisico ed essere ancora competitivi sui tre fronti, come a Palermo, il calo di concentrazione è allucinante e determina inesorabilmente la totale assenza di quella mentalità vincente a cui siamo abituati a vedere in campo europeo. Al di là degli episodi, è proprio questa lacuna che manda su tutte le furie il tecnico di Madrid, che oggi parlerà ancora una volta alla squadra. Ma fin quando non riuscirà a mandare in campo undici lupi affamati, sarà inutile focalizzarsi su condizione atletica e tattica: una squadra abulica non otterrà mai una vittoria netta contro i “volponi” della serie A.

GABBIADINITOP – Eppure la solidità difensiva, nei pochi attacchi del Torino in tutti i 90′ era stata dissipata dalla concretezza di Mariano Andujar a cui va una menzione speciale per la sicurezza data al reparto arretrato: bravo sia in uscita che nel respingere due conclusioni pericolose. Ancora una volta, però, l’unica luce che si intravede in fondo al tunnel è quella di Manolo Gabbiadini, di cui il Napoli sembra proprio non poter far a meno per la verve e i ritmi che riesce ad imprimere al gioco. Entra in campo al posto del capitano e ha anche l’occasione di matare il Toro da un calcio piazzato dal limite ma coglie il palo. E’ un piacere vederlo giocare e, magari, in un quadro tattico meno affollato, potrebbe essere la spalla ideale per il Pipita troppo solo nella retroguardia granata.

 

 FLOP – Sono tanti, troppi, gli azzurri che deludono i 700 tifosi STRINIC 5588giunti all’Olimpico da tutto il nord Italia. Inconcludente Hamsik, deludente Callejon, affannato Maggio, fuori contesto sia David Lopez che Gargano. Poi c’è il disastroso Koulibaly che è l’ombra di se stesso e che è sempre in apprensione su ogni palla che tocca: clamoroso il retropassaggio da cui scaturisce il corner della sconfitta. Chi invece stecca completamente è Ivan Strinic: molto male in fase difensiva dove viene puntualmente surclassato da Bruno Peres e va puntualmente in affanno nei tentativi di chiusura su Martinez e Farnerud che fanno il bello e il cattivo tempo sulla corsi sinistra azzurra. In fase offensiva il terzino croato è un lontano ricordo di quel giocatore arrivato ai primi di gennaio e che non aveva fatto rimpiangere l’assenza di Ghoulam: ieri in chiave offensiva non ha inciso, appoggiando troppo spesso a De Guzman e sembrando sempre privo di soluzioni alternative, imbattendosi cocciutamente contro il muro difensivo dei padroni di casa.

Massimo Avino

"La prossima volta voglio nascere a Napoli ed essere napoletano a tutti gli effetti" (Lucio Dalla)

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