Il Mattino – Viaggio nel laboratorio Napoli: ecco dove nasce la squadra dei sogni

Vi proponiamo un interessante focus di Pino Taormina per Il Mattino sul lavoro dello staff tecnico del Napoli durante la settimana nella preparazione delle gare

Non è solo primo in classifica, il Napoli. È padrone di tutto, quando va in campo: non è soltanto questione di risultati, ma di atteggiamento. Il Napoli «fa» la partita, la determina, la guida, la comanda. Gli azzurri attaccano, pressano, corrono. Fino alla fine. Il segreto? Il lavoro, semplice. E la disponibilità totale di Higuain e soci. Le partite della domenica iniziano… il sabato. Ma non quello prima. Perché lo staff azzurro comincia a studiare l’avversario della giornata con otto giorni di anticipo.

La settimana tipo inizia in pratica così: mentre Sarri si concentra sull’avversario da affrontare nel weekend, sceglie la formazione, studia le contromosse e prepara la sfida, gli altri, i suoi «angeli custodi» sono già proiettati sull’avversario successivo. Francesco Calzona, il numero due dello staff tecnico, organizza la fase di studio: dà gli input al suo più stretto collaboratore, Bonomi, su quello che cerca dalle immagini e dalle situazioni di gioco. Dai piazzamenti su calcio da fermo ai movimenti degli esterni o dei centrali.
È un metodo certosino, analitico, schematico e che non lascia nulla al caso e che costringe lo staff a giornate nel centro tecnico che iniziano intorno alle 9 del mattino e si concludono quasi sempre verso le 20: dalle analisi dei filmati (almeno 4 partite più i report-video di tutti i singoli giocatori avversari), vengono scremate e raccolte le immagini più interessanti. Per ognuna delle due fasi (offensiva e difensiva) vengono confezionati video dalla durata media di 7 o 8 minuti. Insomma, ciò che viene ritenuto più significativo.

La settimana ideale inizia quasi sempre con un giorno di lavoro di scarico: palestra, un po’ di corsa e altro. E quasi sempre il lunedì. Alla ripresa vera e propria alla squadra viene mostrato la sintesi della propria gara giocata nel weekend, in due sedute video, a distanza di 24 ore l’una dall’altro. Quasi sempre il martedì e il mercoledì. Il mercoledì vengono messe in pratica le correzioni degli errori commessi nello specifico: insomma, dalla teoria si passa alla pratica. E quasi sempre c’è il drone a riprendere il tutto.

Il giovedì c’è il lavoro diviso per reparti, con la massima attenzione per la linea difensiva e quella dei centrocampisti: le sedute video, il giovedì e venerdì, entrano nello specifico e viene mostrato al gruppo la sintesi degli schemi offensivi della squadra da affrontare (il giovedì) e degli schemi difensivi (il venerdì). Ovviamente, seguiti dalla seduta sul campo di gioco dove si lavora per le contromosse.

Il sabato poi è probabilmente il giorno più delicato: vengono provati gli schemi su palla ferma.

Calzona ha il compito di coordinare questa fase e di interfacciarsi con Sarri che nel frattempo studia le varie situazioni per conto suo. E il lavoro del preparatore atletico, importante a prescindere, diventa fondamentale. Sinatti interagisce fin dal primo giorno della settimana: conosce il piano degli allenamenti e integra il suo lavoro con quello che la squadra svolge sul campo. Viene monitorato lo sforzo dei giocatori durante ogni seduta. In modo tale da modulare le sessioni fisiche di conseguenza.

Viene controllato ogni movimento che i giocatori effettuano sul campo: scatti, cambi di direzione, corse lunghe. Dai dati emerge un dato che unito alla misura dello “sforzo fisico profuso” consente di andare a personalizzare il lavoro in maniera precisa e accurata.

Cosa crea danno? Se una squadra si sovraccarica o si allena poco. Allenare parecchio una squadra è negativo come allenarla poco. L’obiettivo di Sarri è trovare il giusto equilibrio. Con i singoli, poi, si parla nella riunione di squadra sottolineando «l’errore di reparto» senza mai puntare l’indice sul singolo. I giocatori, d’altronde, sanno da soli quando hanno sbagliato.
Poi c’è il drone: i movimenti della telecamere consentono a Sarri di scegliere la prospettiva da dove seguire l’allenamento. I video vengono scremati e catalogati dallo staff tecnico per comprendere i difetti e miglioramenti nel tempo. Chiaro, che quando la partita è ogni tre giorni, tutto questo si comprime.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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