Il Super attacco del Napoli ha trovato un altro protagonista in De Guzman

DE GUZMAN 0029Jonathan De Guzman, il gol e la maglia azzurra. Il triangolo sì: è quasi sempre pericoloso, soprattutto quando dietro c’è qualche piccola “bugia”. Ne ha detta una abbastanza grossa quando si presentò ai tifosi del Napoli: “Non penso solo a fare gol, ma anche a difendere”. L’olandese ex Swansea per ora ha fatto capire perfettamente soprattutto il primo concetto. Segnare appena ne ha l’occasione.

Lo fece subito, al pronti via: Genoa-Napoli col risultato sull’1-1. Benitez lo mette nel finale di gara e lui fa un percorso dritto dalla panchina alla porta avversaria. Una rete da tre punti, come un falco che si avventa sulla preda per fare sua una palla vagante spingendola in rete. Si trova a suo agio nelle aree avversarie De Guzman. Quando non è in panchina la maggior parte del tempo lo trascorre vicino la porta degli altri, aspettando il momento giusto.

Fa gol come un attaccante, anzi, anche meglio. Dopo la rete al Cagliari (la seconda in campionato) la media del centrocampista del Napoli è da super bomber. Un gol ogni 88 minuti distribuiti nei 439 complessivamente giocati. In pratica una rete a partita: in Serie A sette presenze e 2 gol. 204 minuti giocati, un gol ogni 102 minuti. Invece in Europa League tre presenze e tre gol: 235 minuti giocati per un gol ogni 78 minuti.

Un rapporto mostruoso, soprattutto per uno che non fa l’attaccante.

De Guzman ha giocato col Napoli 10 partite segnando cinque gol: la sua media è superiore a quella del capocannoniere azzurro Callejon, la cui media gol/partita e uno ogni 163 minuti, mentre quella di Higuain è una ogni 127 minuti. E all’ex Swansea piace far gol con la maglia azzurra: ha segnato in Europa League la prima tripletta in carriera mettendo ko lo Young Boys. Titolare in Europa per tre volte (una in tribuna) mentre in campionato si è visto poco: una gara da titolare (col Cagliari), poi è entrato in campo per sei volte, mentre è rimasto per cinque volte in panchine (dal Torino alla Roma, tutte di fila).

De Guzman ha già fatto meglio dello scorso anno, almeno in Europa League, dove in nove presenze segnò due reti. In campionato, invece, i gol furono 4 in 34 presenze e con 2.354 minuti giocati. Con lo Swansea lo scorso anno il primo gol in Europa League arrivò alla terza giornata, e in campionato all’ottava. I tempi sono maturi, ma in Italia De Guzman vuole di più: senza Insigne può mettersi in diretta competizione con Mertens per il posto di terzo “attaccante” nel tridente basso di Benitez.

E meno male che disse che era un centrocampista “box to box”. Quando si presentò ai suoi nuovi tifosi, Jonathan De Guzman sembrava quasi preoccupato di proporsi come centrocampista con doti spiccatamente offensive. A quel Napoli serviva un mediano di copertura, e l’olandese cercò di far capire che poteva attaccare e dare una mano in difesa, passando da un’area all’altra. Ma nessuno fu troppo convinto. Ora che Benitez gli sta dando spazio i gol gli danno decisamente… torto, ma nessuno se ne dispiace. Il super attacco del Napoli ha trovato un altro protagonista. Per difendere c’è ancora tempo.

 

Fonte: G. Di Marzio