Nike Premier Cup: la “Cantera Rossoblu'” del Genoa ad agosto volerà all’Old Trafford

nike cup 2016

Un’impresa eccezionale, a tinte rossoblù. È quella compiuta dai Giovanissimi del Genoa guidati da Davide Brunello e Armando Ferroni, che a Città Sant’Angelo battendo l’Inter si sono laureati campioni della ‘Nike Premier Cup’. E ora? Ad attendere i talenti classe 2000 le finali Mondiali della ‘Manchester United Cup’, in passato a lottare per alzare la prestigiosa coppa anche stelle come Lionel Messi e Andres Iniesta, Xavi e Maicon. Sullo sfondo, la finalissima dell’Old Trafford dell’8 agosto: un sogno tutto ‘Made in Genoa’ e in Genova, per una rosa per quattro quinti ligure.

“Un motivo in più per essere orgogliosi del successo ottenuto dai ragazzi, e dimostrazione dell’importante lavoro di crescita strutturale e di scouting fatto già a partire dal settore giovanile – racconta Michele Sbravati che con Francesco “Ciccio” Bega, sono alla guida del settore giovanile del club più antico d’Italia

Un percorso sviluppato e cresciuto con il progetto avviato dal 2008 da “La Cantera” – peraltro marchio depositato in esclusiva per l’Italia – con Barabino & Partners, partner ufficiale della del settore preagonistico del Genoa. “Un lavoro – afferma Luca Barabino a GianlucaDiMarzio.com – quello della società orientato verso un concetto di riscoperta del territorio attraverso il metodo, la competenza e il senso di appartenenza”.

Una squadra, quella che ha ricevuto i complimenti anche del presidente Preziosi e di Gian Piero Gasperini, per oltre la metà degli elementi cresciuta nella Canterà Rossoblù ‘Barabino & Partners’, “ma il merito è tutto della società e del responsabili del settore giovanile – continua Barabino – in particolare Sbravati che da tanti anni ormai ottiene risultati importanti a costi contenuti e km zero”.

“Ma il lavoro svolto da Luca è altrettanto prezioso – la risposta di Sbravati, che ci racconta della sua grande soddisfazione per il traguardo raggiunto – La Nike Premier Cup vale come uno scudetto, rispetto a tutte le altre manifestazioni giovanili questa è quella che ha un’importanza particolare perché ha un seguito, una sorta di Mondiale per club Under 15, un’esperienza in Inghilterra che chi l’ha vissuta ha detto essere cosa fantastica”. Esperienza alla quale il Genoa ha provato ad accedere già altre volte. “Esattamente tre, una con la leva del ’92 di El Shaarawy, ma venimmo eliminati per differenza reti (un gol) dalla Fiorentina ai quarti. Quest’anno le cose sono andate diversamente e ci godiamo questa prima volta storica”.

Arrivato grazie a un lavoro, quello con i giovani, tutt’altro che semplice. “L’aspetto più difficile è quello legato alla valutazione dei ragazzi, ai criteri utilizzati per la selezione: non sempre il giocatore più pronto a 14 anni è poi il più bravo a 18. Bisogna poi tenere conto della maturazione che può essere differente a seconda del ragazzo, qualcuno va aspettato di più e se ci credi davvero devi essere bravo a non perderlo”. Questione di valutazioni, e di obiettivi. “Che in Inghilterra saranno prima di tutto la socializzazione e il confronto tra settori giovanili di primissimo livello, poi non mancherà di certo la competizione, anche se l’albo d’oro della manifestazione dice una verità assoluta, in ventitré anni mai un’italiana ha portato a casa la coppa: noi però ce la metteremo tutta per dare un bel seguito a quanto fatto fino ad oggi da questi ragazzi” 

Fonte: gianlucadimarzio

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