Perché De Guzman e non Gabbiadini dal primo minuto?

Alla vigilia della trasferta turca di coppa, una lezione su cui meditare. La scuola italiana dei tecnici si è appuntata sul petto un’altra medaglia. Mastro Geppetto Iachini, artigiano della panchina, sorprende il nobile monoteista (un solo sistema, ecco il mio credo) don Rafé cambiando assetto tattico: al posto della collaudata difesa a tre/cinque, ecco un 4-3-2-1, cioè l’abito più adatto per incantare gli avversari. Il difensore in aggiunta gli serve per neutralizzare le ali Callejon e De Guzman (missione riuscita); i tre centrocampisti intasano le linee di passaggio dei due mediani azzurri, dando un occhio anche a Hamsik, che resta comunque sui livelli mediocri di questo suo ormai lungo periodo oscuro sino all’infortunio che lo toglie dalla partita.

Capitano, cosa ti succede? La ripresa vede gli azzurri protesi all’attacco nel tentativo di rimediare ai disastri del primo tempo che chiamano in causa anche le scelte dell’allenatore. L’anonimo e scolastico De Guzman, il fragile Jorginho sovrastato da Quaison sul 2-0, e l’ormai smarrito Hamsik, che sbaglia la giocata persino quando è lanciato faccia alla porta, meriterebbero una riflessione attenta. Perché De Guzman e non Gabbiadini subito, per esempio? Don Rafé quale piano aveva in mente per tenerlo 55’ fuori dalla mischia?

Fonte:La Gazzetta dello Sport.

Antimo Panfilo

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi…

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