Shevchenko: “Il Napoli è una piccola rivoluzione a livello mondiale. Sarri? È una specie di Sacchi 2.0”

Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan ed attuale allenatore della nazionale ucraina, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport della quale vi proponiamo alcuni passaggi

“Un Mondiale senza l’Italia perderebbe sapore, io sono convinto che ce la farete. E comunque in generale non vedo più una crisi italiana. Secondo me il vostro calcio è tornato a crescere negli ultimi anni, merito di un’eccezionale scuola di allenatori. Avete sempre talenti di livello, ma soprattutto producete idee nuove, tecnici con caratteristiche differenti fra loro ma comunque rivoluzionari: penso a Conte, Allegri e Sarri”.

“Sarri? È una specie di Sacchi 2.0: il Napoli è davvero una piccola rivoluzione a livello mondiale. Non è un caso che l’Italia abbia vinto in ogni occasione al di là dei singoli, è sempre arrivata come collettivo, organizzazione, filosofia e strategia. Quest’anno in corsa per il titolo di miglior tecnico Fifa c’erano Conte, Allegri e Zidane: due italiani e uno che come calciatore è diventato grande in serie A. Vi garantisco che tutti eviterebbero volentieri l’Italia durante un Mondiale o un Europeo: puoi anche batterla, ma ne esci a pezzi mentalmente. Avete visto che fatica ha fatto la Germania all’ultimo Europeo contro Conte e i suoi ragazzi? E i valori puramente tecnici erano sbilanciati in favore dei tedeschi”.

“Lotta scudetto? La Juve è la più forte per struttura societaria, rosa ed esperienza. Subito dietro vedo il Napoli, che non smette di crescere. L’Inter? Ha Spalletti, tecnico preparatissimo, meticoloso, non molla mai e ci mette il cuore nel suo lavoro. Sì, Spalletti è una garanzia per l’Inter, e i nerazzurri saranno lì fino in fondo. Avevo perplessità sul Milan e vorrei chiarire. Ho semplicemente detto cosa avrei fatto personalmente in fase di mercato, ovvero inserire al massimo 3-­4 titolari nuovi, di grande valore. Sono già tanti per come la penso io. La strada scelta dalla nuova dirigenza è legittima, ma secondo me presuppone un programma a lunga scadenza, e quindi serve pazienza da parte di tutti: si riparte da zero, per ora è stato comprato il futuro, i fuoriclasse veri arriveranno invece probabilmente fra uno-­due anni.E’ giusto alzare al massimo l’asticella anche nelle dichiarazioni, il Milan deve porsi sempre l’obiettivo massimo”.