Toni Iavarone: “Serie A, le altre big contano sugli episodi. Il Napoli invece…”

In questo campionato le prime quattro squadre sembrano contare soprattutto sugli episodi. Mentre il Napoli conta solo su se stesso, sulla grande e spettacolare mole di gioco che organizza. Determinante, ieri, un . episodio che pareva secondario: tre pali, quasi a dire che solo la malasorte potrebbe fermare la banda Sarri.

La partita. I tre centrali del Palermo sono presi spesso e volentieri d’infilata. Che dire poi di Sorrentino, attonito davanti a quell’impagabile destro, preciso come un meccanismo atomico, di Higuain. Ancora Mertens sul 2-0: prende il pallone sulla trequarti, rientra sul destro e infila sul secondo palo. Bravo il Napoli a cavare il massimo da due situazioni, dopo averne visto sfumare parecchie in cui il Palermo ha poco da rimproverarsi, se non imprecare a questo Napoli d’assalto e da primato. Attacca un paio di volte per onor di firma. Vasquez si batte per due. Per esserci in campo c’è, ma gioca da solo, cerca numeri sempre più difficili sotto un diluvio di chiusure della difesa azzurra e consegna regolarmente il pallone agli avversari. Mai innamorarsi di se stessi. Sarri non ha bisogno di spiegarlo ai suoi. Niente di eccezionale, ma una grande compattezza in tutte le zone, un’assistenza continua tra i reparti: visti più volte 11 azzurri nella loro metà campo, che stelle in cielo. Pronti a contrastare ma anche a ripartire. Si è andati avanti così per sempre, con un bunker palermitano assediato per novanta minuti e con Reina come se fosse rimasto in panchina. Nemmeno uno sbuffo di tiro, e quelle rare volte che il Palermo s’è affacciato dalle sue parti era già disinnescato dalla coppia Albiol-Chiriches. Fra le tante cose che si sono capite, ormai è chiaro pure che, tranne i tre fenomeni, gli altri sono tutti utili e nessuno indispensabile.

Riassumo una di quelle piccole storie esemplari (o difficili, direbbe Guccini) che si vivono sui campi di calcio: Insigne e Mertens hanno dato sfogo a una dose di rabbia perché non amano essere sostituiti o sostituire. Fino a quando è e sarà ferocia sportiva, queste bizze vanno bene. Adesso loro e la “rivoluzione di Sarri”, di cui sono tra i portabandiera più credibili, hanno davanti la sfida più grossa, quella della maturità. Devono aggiungere alla spontaneità la consapevolezza. Altrimenti rischiano di far rimanere questa primavera azzurra un, sia pur straordinario, episodio.

Fonte: toniavarone.it

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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