Pesaola: “Sono nato a Buenos Aires per sbaglio”.

Non è un caso che il Petisso, il piccoletto, si sia spento ieri 29 maggio 2015 nell’ospedale napoletano del Fatebenefratelli!
In effetti Bruno Pesaola era figlio di un calzolaio marchigiano. Arrivò in Italia nell’autunno del 1947 (la Costituzione Italiana non era ancora stata approvata!) tra le fila della Roma. Si fece subito amare dal pubblico romanista per la sua velocità e la sua capacità realizzativa, nel River Plate aveva avuto un grande maestro: la leggenda del calcio mondiale Alfredo Di Stefano, vincitore poi di 5 Coppe dei Campioni con il Real Madrid, più molti molti altri trionfi.
Nel 1950 lasciò la Roma per il Novara in seguito ad un terribile fallo dell’istriano Aredio Gimona che con un calcio a freddo nei minuti finali di un Roma Palermo gli fratturò tibia e perone della gamba destra. Gimone fu prima squalificato a vita poi la pena fu ridotta e addirittura, in seguito al perdono del Petisso, fu commutata in soli 6 mesi, tanto che Gimona nel novembre del 1951 poté debuttare addirittura in Nazionale nell’amichevole con la Svezia giocata a Firenze!
Dopo due anni giocati in prestito nel Novara al fianco di un’altra leggenda del calcio, un certo Silvio Piola, sarebbe dovuto tornare alla Roma, che però era retrocessa in Serie B, allora quasi per caso (come per caso nascono i grandi amori…) passò al Napoli di Achille Lauro. Il primo anno 1952-1953, insieme a giocatori come Hasse Jeppson ed il capitano Amedeo Amadei, fu un anno felicissimo con il quarto posto, miglio risultato dal 1933-1934. Napoli si innamorò di quel piccoletto ancora più di quanto avrebbe amato il Banco di Napoli (soprannome di Jeppson) e del celebratissimo ex romanista Amadei.
L’amore fu reciproco, e Pesaola sarebba rimasto prima da calciatore (8 anni )e poi da allenatore (altri 7 anni). Del resto era nato a Buenos Aires per sbaglio!
Le immagini televisive ci mostrano un Pesaola soprattutto da allenatore, ed è così che noi lo ricordiamo con il suo classico sigaro, portato con sé non solo sul campo ma anche nei tanti interventi televisivi nelle trasmissioni e nei canali regionali e nazionali.

Fu però anche un allenatore vincente. Con la Fiorentina vince l’univo campionato vinto dai fioretnini nel 1968-1969. Con il Napoli vinse la famosa Coppa Italia del 1961-1962, primo titolo vinto dai partenopei, nonché primo ed unico caso di una vittoria di una compagine di Serie B! Sempre con il Napoli vinse la Coppa delle Alpi del 1966 e la Coppa di Lega Italo Inglese del 1976.
Con il Bologna, invece avrebbe vinto la Coppa Italia nel 1973-1974.

Più che per i risultati ottenuti (da oriundo disputò anche una partita in Nazionale nel 1957: Portogallo Italia 3 0, disputata a Lisbona) ci piace ricordare Bruno Pesaola quale esperto di calcio e di tifoso del Napoli! Lo ricordiamo come partecipò ai trionfi del Napoli dell’era Maradona con grande passione e con quale gioia accolse quanto non era personalmente riuscito a dare alla città che aveva sempre amato: lo Scudetto del 1987!

Siamo certi che Pesaola continuerà a seguire il suo Napoli dall’alto e continuerà a tifare per la sua squadra, arrabbiandosi e fumando come solo lui sapeva fare.

Amedeo Gargiulo

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Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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