Antonio Corbo: ‘Questo Napoli si rende indefinibile…’

Di seguito vi proponiamo quanto scritto da Antonio Corbo per il ‘Graffio’ di Repubblica dopo il match di ieri sera tra Napoli e Cesena:

Il Napoli avanza con lo stesso ritmo di Roma e Lazio,
rimanendo in corsa per la Champions e affiancando la Juve nei gol segnati,
67, vanificati dai 47 subiti. Troppi. I rimorsi di un anno spingono il
Napoli a confessare i suoi limiti mai risolti. Gioca con due soli mediani.
Regala per tutto il primo tempo il solito Jorginho, che l’aziendalista
Benitez ripropone nella speranza di salvarne la quotazione.Senza protezione, la difesa si offre ad un intraprendente francesino, il
giovane Gregoire Defrel, in sintonia con la malizia dello stagionato
Brienza. I primi due gol subiti rivelano persino meno di quanto in campo si
veda: una squadra senza ritmo né cuore, con un solo tema tattico felice, la
catena di sinistra con Ghoulam e Mertens, che a sua volta ispira Gabbiadini,
finalmente nel suo ruolo di punta. Tutto qui nel primo tempo con una squadra
già retrocessa che entra al San Paolo con 39 punti in meno.Il gioco del Napoli più effervescente a sinistra si avvale di una linea mediana a 4 nel Cesena, con Tabanelli che si stacca dalla zona esterna per rendersi utile al centro. Utile è, certo, ma Di Carlo lo sostituisce per rimodellare il suo 4-4-1-1.
Sarà un caso, ma l’espediente tattico elettrizza Mertens che uscito
Tabanelli segna subito il gol numero 67 del Napoli, pareggiando l’attivo con
la Juve. La ripresa registra i progressi di Hamsik, tutto il Napoli si dà
tono, conquista campo, strappa al Cesena il possesso palla, elevando anche
il ritmo. Quanto basta per schiacciare in difesa il Cesena che gioca con
indiscussa dignità, senza gli eccessi di acredine e livore inspiegabili nel
Parma.La ripresa è un’altra partita, ed un motivo c’è: non solo una maggiore
concentrazione, una più autoritaria direzione in difesa di Albiol e di
Hamsik sulla trequarti, la ritrovata ampiezza del gioco, va in moto infatti
anche il settore di destra, ci si mette poi Higuain che Fabio Pecchia
schioda dalla scomoda panchina dopo un’ora di plateale broncio.Pecchia in panchina e forse Benitez tra le quinte si accorgono del Cesena in
flessione. Inseriscono dopo Higuain anche Insigne, al posto di un più che
sufficiente Hamsik. Si eleva anche Callejon, dopo una gara modesta sventa la sostituzione, revocata in tempo da Pecchia.
Sembra persino irritante il Napoli che in sfrontata allegria
regala spettacolo nel finale, cancellando il ricordo dell’avvilente inizio.
Ma è questa l’immagine costante di un Napoli nell’ultimo biennio lunatico,
incostante, volubile, in grado di alternare languori e ingiustificati
cedimenti con brani esaltanti di gioco. Provinciale ed europeista, debole e
prepotente, rassegnato e orgoglioso: questo Napoli si rende indefinibile,
senza tuttavia chiudere mai quel rapporto d’amore con tifosi irriducibili. Ce
n’erano anche ieri tanti, e nessuno si è pentito di esserci.

Fonte:Gonfialarete.com

Dario Mascolo

Zidane giocava su una nuvola, una nuvola dove nessuno poteva salire.

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