Atletico Portici – La forza del progetto è nel gruppo

atletico portici

Il centrocampista Roberto Pirone racconta la sua esperienza con l’Atletico Portici: “non ho mai vissuto uno spogliatoio così unito, motivato e divertente”.

Un progetto calcistico ambizioso nella città di Portici. A seguito del primo posto nell’ultimo campionato di terza divisione campana, l’Atletico Portici si sta preparando per affrontare la seconda divisione con le conferme, attraverso comunicato, dello staff tecnico di Mister Sangiovanni e della direzione sportiva di Cristian Pelliccia.

Al di là degli elementi tecnici, l’Atletico Portici ha come chiave di successo la costruzione di un gruppo affiatato e pronto a raggiungere risultati importanti attraverso l’unione, il divertimento e, soprattutto, l’amicizia tra i suoi tesserati. Se il detto dice che “l’unione fa la forza”, questo sembra lo slogan adatto all’Atletico Portici che punta su ragazzi “volenterosi che si sono messi in gioco divertendosi e che con forza, rispetto e passione per i colori della società” (comunicato della società).

Il centrocampista e Dottore magistrale Roberto Pirone, classe 1995, che nell’ultimo campionato è stato uno dei titolari inamovibili, è il testimone della professionalità del progetto Atletico Portici e dell’unione del gruppo, raccontandoci sia il percorso calcistico e sia personale:

 Cosa rappresenta il progetto Atletico Portici?

“Il progetto Atletico Portici rappresenta per me un ritorno al passato. Questo progetto mi ha dato la possibilità di ritornare (e spero di restare) a Portici e soprattutto di ritrovare Mister, dirigente e calciatori a me molto cari, sia calcisticamente che personalmente. Sinceramente, quando seppi della notizia del progetto Atletico Portici, non ho esitato affatto a decidere di prenderne parte nonostante le altre possibilità e opportunità, anche in categorie superiori. La mia è stata principalmente una scelta di cuore e di amicizia.”

La promozione in seconda categoria cosa ha rappresentato per il gruppo?

“Senza nascondermi dietro le parole, la promozione è sempre stato l’obiettivo prefissato già a inizio stagione ed è stata sicuramente un traguardo importante per il gruppo, perché in queste categorie, che molti “pseudi dirigenti, allenatori e calciatori” reputano minori, fuoriesce i valori del sacrificio che tutti i miei compagni e lo staff facciamo ogni giorno. In queste categorie non è facile conciliare la tua vita privata con quella calcistica. Non è facile costruire dal nulla un progetto ambizioso, ci sono tante difficoltà che s’insidiano con il tuo percorso e che possono costringerti a cedere, ma così non è stato: passo dopo passo, allenamento dopo allenamento e soprattutto risate dopo risate, abbiamo conquistato ciò che abbiamo meritato sul campo.”

 Dal profilo social della società̀ si nota una certa affinità̀ nel gruppo, questo elemento è la chiave del successo?

“Assolutamente si. Ho girato un po’ di spogliatoi durante la mia discreta carriera calcistica e ti posso assicurare che non ho mai vissuto uno spogliatoio così unito, motivato e divertente. Ognuno di noi ha un rapporto che è andato, va e continuerà ad andare oltre la semplice amicizia calcistica. Quindi, ti dico fermamente che avere un gruppo così affiatato fa sempre la differenza e spesso ti porta anche a vincere il campionato.”

 Come avete affrontato il distanziamento sociale a causa del Coronavirus?

“Credo come qualsiasi altro sportivo che pratica sport di squadra, male. Da un lato il fatto di non poter portare a termine la vittoria del campionato sul campo con successivi festeggiamenti è stato molto triste.  Dall’altro lato, però, ti dico che è stata una giusta e saggia decisione quella di bloccare e fermare tutto in quanto non vi erano le condizioni necessarie per poter assicurare un proseguimento del campionato a causa del Covid-19.”

 Qual è stata la partita più importante per te?

“Non ce n’è solo una, ma due. Mi spiego. La partita giocata più importante è stata quella contro l’ASD Borbonia Felix: una squadra ostica e compatta ma soprattutto una partita difficile da sbloccare, sembrava quasi maledetta. Fortunatamente l’ha risolta il nostro bomber Romano al 93esimo. Invece, la partita che mi sarebbe piaciuto giocare era sicuramente quella contro l’allora seconda classificata, la F.C. Maraotto 2004, in casa nostra. Sarebbe stata davvero una bella partita ricca di emozioni.”

Quali sono gli obiettivi sia per te e sia per la squadra?

“Se intendi i miei obiettivi futuri, non so proprio cosa dirti. Mi son laureato nel bel pieno periodo Coronavirus e sono in cerca di occupazione e non so cosa potrà accadere. Spero che con l’evoluzione dello smart working possa trovare un’opportunità lavorativa che mi permetta di continuare, in primis, a giocare, e, in secundis, con l’Atletico Portici. Per quanto riguarda gli obiettivi futuri della società, sono fortemente convinto che la sua strada è ancora lunga. La serietà e la passione sono le caratteristiche che più la contraddistinguono, hanno e stanno tutt’ora investendo molto sul settore giovanile avendo sempre un occhio di riguardo per la futura prima squadra. È sicuramente una realtà calcistica importante a Portici e non solo. Spero vivamente che continuino a creare e a migliorarsi”

Francesco Abate

 

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