Bargiggia tra elogio e critica: “Questo Napoli più forte della Juve e dei luoghi comuni. Ha numeri da record ma rischia ad aprile in casa Juve che ha mentalità e tradizione calcistica nettamente superiore. E basta lamenti e vedere complotti ovunque…”

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Il Napoli diverte e continua a respingere i tentativi di aggancio della Juve. Un pregio da non sottovalutare, ma certamente evidente perché sotto gli occhi di tutti. Quello che però, sin qui, è forse più meritevole da parte della squadra di Sarri e che non salta all’occhio, è che mantiene il primato alla faccia dei luoghi comuni e delle banalità profuse a piene mani dalla critica e da certa stampa sportiva, secondo la quale, se non fai acquisti ad ogni sessione di mercato, ti indebolisci e sei destinato a soccombere. A gennaio dovevano prendere l’attaccante ideale per sostituire Callejon, ossia Simone Verdi e poi non è arrivato. Dovevano dirottare su Deulofeu che invece ha preferito il fascino della Premier e poi hanno trattato a lungo, e quasi preso, Politano del Sassuolo, con le note interferenze della Juventus che alla fine, anche per ragioni di tempo, hanno fatto saltare tutto. Ecco, stavano prendendo attaccanti.

Poi, avevano preso, sempre in quel ruolo e questa volta davvero, Younes dell’Ajax, che aveva firmato con il cambio di programma finale di trasferirsi a Napoli in estate. Adesso invece non vuole più andare con possibili strascichi legali e pendenze giudiziarie. Il Napoli non era copertissimo nel reparto difensivo: adesso si è rifatto male Ghoulam e la coperta è ancora più corta. Contro la Lazio, con quella inarrestabile reazione per il 4 a 1 finale ha giocato dietro Tonelli, rispolverato dall’armadio degli inutilizzati. Può anche darsi che De Laurentiis possa prendere anche uno svincolato, ma la sostanza cambia poco: il Napoli per ora è più forte della Juve e dei luoghi comuni. Nel senso che per fare calcio di un certo livello, contano si i giocatori, ma certamente ancora di più l’organizzazione di gioco e la qualità del lavoro. In questo, In Italia, Sarri è un maestro. Un po’ meno in Europa. Ma al Napoli il focus è, di fatto, soltanto fissato sulla conquista dello scudetto per rivivere i fasti Maradoniani.

NUMERI DA RECORD – E qui, i numeri sono da record e la crescita netta della squadra è impressionante. Meriterebbe lo scudetto per la qualità del gioco e la fantasia, per le performance da inizio stagione, invece lo scudetto rischia di perderlo seriamente perché ad aprile c’è la sfida a Torino a casa della Juventus che aveva già vinto al San Paolo. E se le distanza tra le due formazioni resta ancora soltanto di una lunghezza, conoscendo la forza della Juve, è facile prevedere il sorpasso con beffa finale. Ma con la Lazio, sotto di un gol in avvio, il Napoli ha infilato l’ottava vittoria consecutiva; la settima in rimonta nel giorno della centesima panchina di Sarri col Napoli. La media punti della squadra a partita è la più alta della storia del Napoli: la seconda in assoluto in Europa a 2.62, dietro al multimilionario Manchester City con 2.67, ma davanti al Barcellona che è a 2.57. Un tabellino di marcia da non sottovalutare, con tutte quelle rimonte finite poi addirittura in goleada: il 4 a 1 di sabato con la Lazio, il 3 a 1 all’Atalanta della seconda giornata, ancora il 4 a 1 alla Lazio all’andata ma all’Olimpico, il 3 a 2 al Genoa a Marassi, il 3 a 2 alla Samdoria e il 3 a 1 al Bologna alla ventunesima giornata. Tutte rimonte con la squadra di Sarri costretta ad inseguire il gol preso in avvio.

Un’inversione di tendenza pazzesca rispetto allo scorso anno quando venivano persi per strada tanti punti, soprattutto con le piccole: il pari alla prima giornata col Pescara, quello col Genoa alla quinta, il ko con l’Atalanta alla settima, i pareggi con Sassuolo, Fiorentina e Napoli e di nuovo la sconfitta con i bergamaschi al San Paolo. Insomma, numeri da record che però non garantiscono di respingere con successo e con lo scudetto, l’assalto della Juve. Che, rispetto al Napoli, ha strutture, stadio di proprietà, mentalità e tradizione calcistica nettamente superiore. Ma, qualora la formazione di Allegri dovesse centrare il record del settimo scudetto consecutivo, uno scudetto bis o uno scudetto aex equo, il Napoli di questa stagione lo meriterebbe certamente. A patto che De Laurentiis, Sarri e la piazza, la smettano di lamentarsi su tutto e di vedere complotti dappertutto. Perché questa cultura del sospetto è il peggior nemico dell’assunzione di responsabilità piena e del miglioramento costante.