Callejon e Mertens hanno fame di gol: il Napoli si affida ai due uomini più in forma

MERTENS CALLEJONDitelo con i gol: di destro o di sinistro, di testa o anche di fortuna, però che lo dicano, perché in quest’autunno indecifrabile, con quella vena di malinconia che nasce dal san Mamés e che fatica ad andar via, altro non serve. Ditelo a modo vostro, come un anno fa, centoquattro volte per abbattere, demolire, qualsiasi precedente, per far del Napoli la giostra entusiasmante che Rafa Benitez sta aspettando di ritrovare: perché in questa Bratislava uggiosa, serve un altro squarcio di sole come quello che José Maria Callejon ha offerto a Reggio Emilia e che ha scaldato, eccome. «Noi vogliamo sempre vincere e ogni nostra partita sarà improntata alla ricerca del successo». Ditelo anche in Europa, ovviamente, perché è là che stasera s’accende l’occhio di bue: c’è da lanciarsi nel futuro, da scegliere il proprio destino, da avvicinarsi a ciò che conta in punta di piedi, come un’etoile o come quel Callejon che per uscire dal tunnel ha danzato lieve sul cross di Higuain e, pum, ha cancellato l’amarezza per un po’. «Torneremo quelli di prima». Quelli che il Napoli aveva come bocche di fuoco in Champions o in Europa League: quelli come el pipita, ad esempio, che pensò bene di sgretolare il Borussia Dortmund al san Paolo, appena un anno fa, e ci riuscì assieme a Lorenzino Insigne e ad una magia che resta.

OVER SIZE. Quelli che presero il Napoli per mano, in realtà, furono quelli di oggi: perché poi, a Marsiglia, ci pensarono Callejon e Zapata, che stasera, dall’inizio o a gara in corso, ci saranno; e a Dortmund fu ancora Insigne e con l’Arsenal l’illusione arrivò dai soliti noti, el «pipita» ed «el Calleti», le star che veleggiano alto, trentadue reti (tutto compreso) per quel centravanti da mille ed una notte e venticinque per quell’ala che lascia decollare la fantasia, che ha ripreso a fare quello che ha dimostrato di saper fare per nove mesi e che pareva avesse dimenticato. Ma il Napoli che in Europa fa male ha anche altre fisionomie.

SORPRESE. L’ultima doppietta è di Dries Mertens, allo Sparta Praga, nel debutto stagionale; l’ultima beffa è firmata da Marek Hamsik, al san Mamés (uffa, ancora), 0-1 prima di doversi ritrovare sull’aereo di ritorno però destinazione Europa League; e però il Napoli che segna di Rafa Benitez, in questo Vecchio Continente da riafferrare per i capelli, è stato anche Inler (al Marsiglia ed allo Swansea, al san Paolo) e fu Pandev-Zapata, la strana coppia del 2-2 con il Porto. Si (ri)parte e Bratislava è solo una tappa di avvicinamento verso il Napoli ch’è stato recentemente, con il marchio di fabbrica di Benitez: che sia tornato, può dirlo con i gol…

Fonte: Corriere dello Sport

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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