Caro Sarri, le partite non si vincono con i nomi. È arrivato il momento di fare scelte coraggiose!

Il pareggio di Empoli lascia tanto di quell’amaro in bocca da avere quasi il sapore di una sconfitta. È vero, un punto è meglio di niente, ma il Napoli non è (o meglio, non dovrebbe essere) una provinciale che si accontenta del punticino in trasferta.

La partita, come al solito, ha visto gli azzurri regalare un tempo alla squadra avversaria palesando notevoli limiti da parte dei singoli in fase difensiva. Sei gol subiti nelle prime tre partite non sono un buon biglietto da visita per il reparto arretrato.

Ad un Maggio che non garantisce più alcun tipo di tranquillità e qualità sulla quella corsia di destra, si è aggiunto anche Albiol che, da qualche anno, sembra essere la brutta copia del calciatore ammirato nel primo anno di Napoli. Lo spagnolo manifesta insicurezza in ogni tipo di situazione e gli errori delle ultime uscite hanno pesato parecchio in termini di risultato finale.

Hysaj e Chiriches, inoltre, per quello che hanno fatto vedere fino a questo momento, non sembrano aver apportato migliorie ad un reparto che, ormai da troppo tempo, risulta essere vero il tallone d’Achille dei partenopei.

Come se non bastasse, Valdifiori, quello che doveva essere il fulcro del gioco di Sarri, in queste prime uscite è apparso totalmente estraneo alla manovra e visibilmente fuori condizione.

Ora, inutile dire che la campagna acquisti andava condotta in modo diverso e che, forse, alcuni giocatori non sono da Napoli, ma ora occorre concentrarsi e lavorare con il materiale che abbiamo.

Sicuramente il tasso tecnico del Napoli è superiore a quello di tante altre squadre che attualmente ci precedono in classifica e, ovviamente, tutti ci auguriamo quanto prima che il gioco di Sarri inizi a produrre i suoi frutti. Questo organico non è certo da scudetto, ma un onesto terzo-quarto posto può raggiungerlo senza difficoltà. Il tempo, però, sta iniziando a scadere e la fiducia che l’ambiente aveva riposto inizialmente nel mister comincia inesorabilmente a scemare.

È giunta l’ora che il tecnico faccia delle scelte coraggiose mettendo da parte gli uomini non in forma e puntando su chi, invece, ha tanta fame. Se è vero che “quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare” è forse questo il momento migliore per tirare fuori il carattere.

Caro mister, le partite non si vincono con i nomi, ma con il cervello, i muscoli e tanta ‘cazzimma’.

Dario Catapano

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

View all posts by Dario Catapano →