Antonio Giordano sottolinea gli aspetti negativi mostrati dal Napoli nelle ultime gare nel suo editoriale per Il Corriere dello Sport
CASTEL VOLTURNO – Ricapitolando: c’è un calcio che va al di là dei numeri e ce ne è un altro che si lascia guidare dalle statistiche; c’è un Napoli che non vince dal 7 febbraio, contro il Carpi, e che poi ne ha pareggiate (in campionato) due su tre; ma c’è anche «quel» Napoli che, persino a Firenze (ma di poco, lo 0,2%) ha avuto maggior possesso palla. C’è un campionato che resta vivo ed ora che non ci sono più la coppa Italia e l’Europa League, è più semplice allenarsi, persino riposare (anche mentalmente): però febbraio, al microscopio, ha lanciato vari messaggi, nei quali si può leggere.
DIFESA – Cinque partite e altrettante reti: mai capitato prima, e non è solo una questione di sfortuna (come a Torino, come con il Villarreal) ma pure di marcature preventive, d’errori dei singoli, di «zona» sulle palle inattive.
CENTROCAMPO – È diventata meno fluida la manovra offensiva, attraverso un giro palla che è meno vibrante, con ritmi più abbordabili per le coperture degli avversari; e poi c’è l’appesantimento che incide sia in una fase che nell’altra.
ATTACCO – La macchina infernale è nei fatti: Higuain ha segnato venticinque gol, rappresentano una cifra assoluta; però la pausa di riflessione – in realtà in campionato ha «saltato» soltanto la Juventus ed il Milan – ha prodotto la frenata. Ha smesso di segnare Callejon (l’ultima volta alla Lazio, il 3 febbraio scorso), ne ha fatto uno solo Insigne (con la deviazione di Abate contro il Milan); nelle ultime quattro la «differenza» l’ha comunque fatta el pipita.