Maurizio Pistocchi querelato per aver giudicato con un commento ritenuto offensivo il match Empoli-Palermo
«Commento di Empoli-Palermo: “Nella testa dei giocatori c’è la consapevolezza che il pari va bene a tutti” Si chiama illecito, è un reato». Una manciata di parole, scandite, anzi scritte a chiare lettere e affidate a un cinguettio arrivato presto, forte e chiaro, alle orecchie delle due società. Ed esploso come una bomba: l’Empoli calcio – ma a quanto pare pure il ‘suo’ avversario Palermo – ha deciso di sporgere querela contro l’autore del tweet in questione. Ossia Maurizio Pistocchi, giornalista in forza a Mediaset. Il commento della discordia, poi seguito da ulteriori scambi di pareri con tifosi più o meno ‘felici’ della sua lettura della gara, è stato postato sull’account twitter @pisto_gol alle 7.34 pm, ovvero alle 19.34 per dirla all’italiana, del 19 marzo.
Il giorno di Empoli-Palermo, una sfida di campionato non certo appassionante che si concluse al “Castellani”, con un banale zero a zero, con pochi brividi e meno emozioni. I social, si sa, sono terreno fertile per ogni tipo di recensione. Tra pensieri e parole, i giudizi scivolano via che è un piacere. Figurarsi poi se l’argomento da trattare si chiama calcio e se a parlarne è un giornalista di esperienza. Con anni trascorsi a seguire le gare del massimo campionato e a commentarle. Ma stavolta le sue parole devono essere apparse davvero troppo taglienti ai chiamati in causa: fin dai primi minuti del loro ‘esordio’ sulla piattaforma Twitter, gli animi di tifosi si accesero.
E furono molte le testate giornalistiche che fecero notare la ‘vivacità’ delle parole del giornalista. Un commento che nemmeno troppo velatamente, almeno questa è la sensazione, strizzava l’occhio a un Empoli-Palermo da leggere in chiave ‘biscotto’ piuttosto che di partita semplicemente noiosa. E dopo poco più di un mese dalla gara nel mirino, la società azzurra guidata dal presidente Fabrizio Corsi ha deciso di rivolgersi a uno studio legale empolese e, assistita dall’avvocato Luisa Tamburini, di sporgere querela. Perché quello che «si chiama illecito, ed è reato» e che pare avere tutto l’aspetto di un’accusa, gli azzurri sostengono di non averlo mai commesso. A riferirlo è lanazione.it