Compattezza tra reparti e ripiegamento degli esterni: così Benitez ha sistemato la difesa

BENITEZ 04102Due gare di fila senza incassare gol, seppure soffrendo, come dimostrano i due legni centrati dagli avversari, uno dal Sassuolo, l’altro dallo Slovan Bratislava. E con due difensori sempre presenti, il portiere Rafael e il centrale Koulibaly, neanche cinquant’anni in due. Il Napoli s’avvia, quindi, a mettere a punto quella fase difensiva affannosamente cercata anche nello scorso campionato (solo in quattro occasioni capitò di mantenere la porta inviolata per due partite consecutive). Ma stavolta il dato statistico, riferito alle reti incassate, assume un significato particolare; arriva dopo sette gare, di cui quattro di campionato, in cui la squadra aveva subito ben undici gol; coincide con due vittorie di fila, entrambe ottenute fuori casa; scongiura una crisi che sembrava dietro l’angolo. Insomma, quella che potrebbe sembrare una nota irrilevante, va a rivestire un aspetto importante visto le critiche piovute sulla fase di non possesso in questo avvio di stagione. Ora al Napoli non resta che proseguire la striscia anche con il Toro per ribadire quanto di positivo evidenziato nelle due recenti esibizioni. Nonostante il turn-over, soprattutto sugli esterni, la difesa schierata da Benitez ha mostrato, dunque, di reggere meglio agli urti degli avversari.

I PROGRESSI. Sono migliorati tanti piccoli aspetti dopo i gol subiti in avvio di stagione, soprattutto dopo i tre incassati dal Palermo. E’ aumentata la cattiveria agonistica nei contrasti da parte dei singoli; è cresciuta l’attenzione generale sulle ripartenze degli avversari e sulle palle inattive; e soprattutto c’è stata maggiore protezione del reparto arretrato da parte dei centrocampisti ed in qualche caso anche degli attaccanti. Insomma, più compattezza tra i reparti e più determinazione nel contrastare l’avversario. E’ chiaro che si è soltanto all’inizio di un processo di maturazione tattica ma alcune risposte indicative sulla fase difensiva sono arrivate proprio da queste due gare chiuse senza incassare gol: a) l’innesto di David Lopez nei due di centrocampo ha migliorato l’azione di filtro; b) la crescita di Inler sul piano atletico ha consentito di recuperare tanti palloni; c)il ripiegamento di uno degli esterni del tridente (Callejon con il Sassuolo e De Guzman o Mertens con lo Slovan) ha permesso di stringere le maglie in cabina di regia e portare sette uomini dietro la linea del pallone invece che sei; d) l’impercettibile variazione di modulo quando l’avversario attacca s’è rivelata poi provvidenziale. Accorgimenti che Benitez avrà modo di perfezionare solo con il tempo e con la crescita della condizione di tutti gli uomini a disposizione. Se davvero il Napoli dovesse mettere a punto gli equilibri difensivi come emerso in queste ultime esibizioni, allora sarà possibile intravedere la luce in fondo al tunnel, visto che gli schemi offensivi sono più che collaudati.

LA ROTAZIONE. Anche il turn over non ha influito, anzi ha permesso ad alcuni protagonisti di riposare, Maggio e Ghoulam con il Sassuolo, Albiol e Zuniga con lo Slovan senza che il reparto arretrato soffrisse più di tanto. Per non citare lo stop imposto a Gargano a centrocampo che pure s’era adoperato tanto nelle precedenti gare. Insomma, Benitez può tirare un sospiro di sollievo. La condizione dei singoli cresce e gli automatismi non ne risentono pur cambiando gli interpreti. La memorizzazione dei movimenti in fase passiva resta il punto nodale. Alcuni elementi (vedi Ghoulam o lo stesso Zuniga) fanno ancora fatica ad eseguire le diagonali, tantomeno ad essere attenti nelle marcature.

I RECUPERI. Mancano ancora all’appello, altri due difensori che all’occorrenza potrebbero rivelarsi preziosi per la loro versatilità: Henrique e Mesto. Il brasiliano ha dovuto rallentare per affaticamento; Mesto, invece, è riapparso in Europa League l’altra sera. Entrambi possiedono esperienza e capacità agonistiche per offrire a Benitez le alternative giuste e rendere la difesa ancora più impenetrabile. E la sosta arriva al momento giusto per portare tutti al top.

Fonte: Corriere dello Sport

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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